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Torna il grido di pace di Charlie Chaplin

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A partire dall’11 gennaio torna in alcune sale cinematografiche italiane, nella versione restaurata e originale, uno dei capolavori di Charlie Chaplin, Il grande dittatore, messaggio di pace che 75 anni dopo è ancora attuale.
“Ogni somiglianza tra il dittatore Hynkel e il barbiere ebreo è puramente casuale”. Con questo cartello inizia Il grande dittatore, il capolavoro di Charlie Chaplin che torna nelle sale italiane (una settantina di copie sparse per l’Italia, privilegiando i cinema di provincia) l’11 gennaio in versione restaurata e originale (e contemporaneamente in dvd) a 75 anni dalla sua prima uscita (New York, 15 ottobre 1940).
Il film è la parodia di Hitler (il dittatore Hynkel) creata da Chaplin (barbiere ebreo nel film), monito contro ogni dittatura, con cui lanciò al mondo il suo messaggio di pace all’alba della II Guerra Mondiale. Il messaggio potrà essere ascoltato oggi dalla sua voce: il film sarà in versione originale con sottotitoli. Il Dvd è arricchito dal documentario “Chaplin ritrovato: Il grande dittatore” che ne racconta i retroscena.
«Io non sono ebreo, ma il fatto di prendersela con una minoranza mi sta più a cuore dell’ideologia, più del movimento dei lavoratori, più di qualunque cosa», diceva Chaplin nel 1948, nel corso di un lungo interrogatorio desecretato dall’FBI alla fine degli anni Ottanta. «Io non appartengo a gruppi, partiti o fazioni, non credo nel nazionalismo, mi considero un uomo e un artista libero, e soprattutto un cittadino del mondo».
Il film, che negli Stati Uniti rimase in cartellone per quindici settimane diventando uno dei più grossi successi commerciali di Chaplin, ha avuto una vita travagliata in Italia. Uscì verso la fine della guerra in una versione con didascalie, Chaplin tentò di farlo arrivare nei cinema nuovamente nel 1960, ma fu bloccato dalla censura (temevano che i neofascisti, che avevano attaccato le sale dove si proiettava Il generale della Rovere, assaltassero le sale). Soltanto nel 1972, sulla scia dell’Oscar alla carriera a Chaplin e del Leone d’oro che la Mostra del cinema di Venezia per l’insieme della sua opera, il film riuscì nel nostro paese doppiato da Oreste Lionello con un buon incasso. Ma il film rispetto all’originale mancava di cinque minuti ovvero la scena di Hynkel che balla con la moglie di Napoloni, decisione che fu presa per rispetto ne confronti di Donna Rachele che era ancora viva. Oggi il film torna nelle sale italiane esattamente come il suo regista lo aveva concepito e nella sua lingua originale.

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