Nel corso degli anni il carico dei lavori domestici viene condiviso sempre di più anche dagli uomini. I ricercatori di Oxford rilevano maggiore parità nei paesi scandinavi. L’Italia ancora indietro, ma il sentiero è già tracciato. L’ecologia domestica inizia da qui…
Se pensate che i lavori domestici spettino solo alle donne siete fuori strada. E fuori dai tempi che corrono. Un ampio studio realizzato presso l’Università di Oxfort, con una disamina di ben 50 anni di comportamenti sociali, rivela che gli uomini si sono progressivamente inseriti nello svolgimento delle faccende di casa. I ricercatori hanno documentato una spesa di tempo in crescita, tra il 1961 e il 2011 in tutti i paesi presi in esame. Il divario delle responsabilità dentro le mura di casa si sta assottigliando sempre più. Le donne italiane, nel 1980, hanno lavorato ogni giorno 243 minuti in più degli uomini, ma questo numero nel 2008 era già sceso a 183 minuti. In Spagna, le donne nel 2002 sono state trovate a lavorare 174 minuti in più nei lavori domestici, rispetto ai 139 minuti del 2009. Nel Regno Unito, il numero di minuti che le donne hanno speso in più per i lavori domestici rispetto agli uomini è sceso da 195 a 90 nell’arco di tempo dal 1961 al 2000, e ha continuato a scendere fino a 74 entro il 2005. Tra i paesi più virtuosi si trovano Norvegia, Finlandia, Danimarca, dove le donne dedicano solo poco più di un’ora in lavori domestici rispetto agli uomini. Nello studio, i ricercatori dell’Università di Oxford hanno analizzato 66 ‘studi a tempo’ per scoprire come la distribuzione del lavoro domestico è cambiato tra il 1961 e il 2011. Dei 19 paesi esaminati, hanno scoperto che le donne in Italia e Spagna hanno trascorso la maggior parte del tempo a fare lavori domestici in questo periodo, con gli uomini almeno a dare una mano. I ricercatori spiegano che i paesi nordici sono i leader nella parità di genere. I ricercatori hanno inoltre riportato che le limitazioni nella parità di genere possono essere il risultato di varie pressioni all’esterno della casa, tra cui le politiche sociali immutabili, gli atteggiamenti sul lavoro, e la comprensione culturale sui ruoli di genere. ‘Il divario di genere nella divisione del lavoro domestico è fortemente legato alle disuguaglianze nel mercato del lavoro,’ ha inoltre concluso il Dr Evrim Altintas, della British Academy Postdoctoral Fellow presso il Centre for Time Use Research, autore della ricerca. ‘Il partner che passa più tempo nel lavoro domestico è in posizione di svantaggio in termini di opportunità di lavoro, e questo influisce negativamente sulle future prospettive di lavoro.’ Alla luce di questo studio, commenta Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, forse la notizia è proprio questa: nonostante i passi avanti a livello legislativo in favore della parità, le donne italiane continuano a lavorare ogni giorno 183 minuti più degli uomini. In Italia il riconoscimento della figura dell’uomo casalingo è portato avanti con continuità e convenzione dall’
Associazione Uomini Casalinghi il cui presidente, Fiorenzo Bresciani, è stato più volte ospite anche degli incontri organizzati da Terra Nuova al
Terra Nuova Festival.