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“Visioni a catena”: la bicicletta come libertà e rivoluzione

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Inizia oggi, mercoledì 16 settembre, a Bologna “Visioni a Catena”, il festival di cinema (e non solo) dedicato alla bicicletta, nella settimana della mobilità sostenibile. Ecco il programma della manifestazione.
“Visioni a catena”: la bicicletta come libertà e rivoluzione
Seconda edizione per Visioni a catena, il festival interdisciplinare di Bologna nato dalla collaborazione fra due realtà cittadine, Dynamo Velostazione e la casa di distribuzione Rodaggio Film , per diffondere la cultura della bicicletta.
Proiezioni, arte, cinema, incontri, mostre, laboratori, che apriranno e chiuderanno la settimana della mobilità sostenibile, il 16 e il 22 settembre e che quest’anno avranno come tema quello dell’infanzia.
“Cerchiamo di dare spazio a contenuti per noi centrali rispetto alla mobilità sostenibile, con il fine di mostrare narrazioni coinvolgenti ed esperienze condivisibili, sia ai cicloattivisti, già sensibili al tema, sia a chi non ha ancora fatto un certo tipo di scelte”. Spiega Silva Fedrigo di Rodaggio Film, con Dynamo ideatrice e co-organizzatrice dell’evento.
“In realtà il focus della scorsa edizione, che indagava la possibilità di utilizzo della bicicletta come strumento di libertà ed emancipazione femminile, è in parte correlato a quello di quest’anno, essendo le donne interessate da un carico molto importante che riguarda la cura dell’infanzia”.
Ne è un esempio il documentario Motherload, della filmmaker statunitense Liz Canning, in programma in anteprima italiana mercoledì 16 alle 20.30, che esplora il fenomeno delle cargo bike a livello storico, ambientale e sociale. Realizzato attraverso il contributo di oltre un centinaio di interviste, Canning fa parlare pionieri, madri, attivisti e associazioni che utilizzano biciclette speciali per i più svariati utilizzi, come portare a spasso gli anziani o per il trasporto merci, mettendo in luce le potenzialità di un mezzo da noi ancora poco usato.
Il secondo lungometraggio, Cycling Angels di Paul Chu, in programma per martedì 22 settembre, ha invece come protagonisti dei bambini di Taiwan che vengono da situazioni di difficoltà. Il regista segue il viaggio in bicicletta attraverso il Paese che i ragazzi dagli 8 agli 11 anni dell’istituto XI-Yi affrontano accompagnati dal preside e dagli educatori, aprendo una riflessione sull’importanza del movimento all’aperto per l’empowerment anche di bambini con un presente compromesso.
“Il festival si svolge quasi tutto nel Parco della Montagnola” spiega ancora Fedrigo. “Per noi era molto importante avere un programma il più possibile all’aperto e rivolto ai bambini, soprattutto dopo l’esperienza che abbiamo vissuto nei mesi passati. Abbiamo pensato una serie di contenuti quali laboratori, spettacoli di circo di strada, pedalate per scoprire il territorio che sono accessibili anche ai bambini. Anche le proiezioni serali prima dei lungometraggi sono precedute da una serie di cortometraggi provenienti da tutto il mondo, che hanno la bicicletta come comune denominatore, pensati proprio per essere fruibili anche dai più piccoli”.
Non a caso il festival vede quest’anno la collaborazione con Cinnica! Libera consulta per una città amica dell’infanzia, molto attiva sul territorio nel promuovere l’accesso allo spazio pubblico per i bambini, un grande tema quasi sempre assente nella pianificazione urbana e che sarà al centro della tavola rotonda dal titolo Giocare, correre e pedalare in città: libertà di essere bambini, che l’associazione e la direzione del festival hanno organizzato per il 16 alle 19 a Palazzo D’Accursio.
Al convegno una serie di esperti e di realtà che si occupano di outdoor education discuteranno delle scelte amministrative, tecniche e politiche che andrebbero messe in campo per permettere a bambini e ragazzi di esercitare “il loro diritto a camminare (e pedalare) sulla strada sicuri, anche in autonomia, e a vivere in un ambiente non inquinato”.
Un tema importante, sul quale porterà l’attenzione una raccolta di immagini che ritraggano bambini in bici lanciata all’interno del festival, a cui i cittadini di Bologna possono partecipare inviando foto di loro stessi o dei loro famigliari,  per riflettere su come è cambiato attraverso le generazioni l’uso della bicicletta e la fruizione dello spazio urbano, in funzione della capacità delle strade di accogliere e preservare salute, incolumità e libertà di movimento anche dei meno esperti.
Tutte le info e il programma completo QUI

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