GAT, ritorno alla terra.
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di Alberto Roveri dal Fatto Quotidiano
L’avvocato Rosanna Montecchi, di Mantova, si definisce “un’avvocato
di banca pentito”. Specializzata nell’assistenza legale agli istituti
bancari ha deciso di passare dalla parte dei risparmiatori, spesso le
uniche vere vittime delle crisi della finanza. Studiando teorie
economiche che alcuni definiscono “fantasiose”, come quelle tratte dai
libri di Latouche “La Decrescita Serena” e Ehrenfeld ” L’inizio del
crollo dell’era tecnologica”, Rosanna matura una idea per un grande
affare: investire in un fondo. Ma non in un fondo comune di
investimento, di quelli a tasso fisso o variabile, bensì in un fondo
agricolo da coltivare.
Così nasce il primo G.A.T. (Gruppo di Acquisto Terreni). L’operazione ha
successo. Nel breve volgere in meno di un anno si ritrova con 53 soci.
“Non ho fatto in tempo a costituirlo”, dice con orgoglio, “che già sono
arrivate altrettante richieste e mi sto attivando per trovare un altro
fondo agricolo da acquistare per farlo coltivare”.
“Vede”, spiega Rosanna, “il futuro è sicuramente nella terra e nei suoi
prodotti derivati. Solo qui nel mantovano ogni giorno vengono erosi dal
cemento quasi 17mila metri quadrati di terreno agricolo. Non oso
pensare quanti in Lombardia e nel resto dell’Italia. Non vorrei che in
futuro i nostri figli fossero costretti a coltivare i giardini della
Farnesina o del Quirinale per sfamare le loro famiglie!”
Rosanna Montecchi è convinta che il sistema finanziario attuale sia
all’inizio della fine, perché i governi attuano solo politiche
finanziarie senza considerare l’economia reale sottostante.
“Quando tutto collasserà l’unica salvezza sarà iniziare a creare le
“strutture ombra”: organizzazioni di persone capaci di sostituire le
funzioni essenziali che si perderanno. Sarà necessario occuparsi
dell’approvvigionamento di cibo e acqua pulita, di prodotti e di tutto
ciò di cui le comunità pienamente funzionanti hanno bisogno”. “Il mio
G.A.T., conclude Rosanna, “è l’inizio di questo percorso. I soldi sono
troppo importanti per lasciarli alle banche”.