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I comuni italiani verso l’autosufficienza energetica

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Piccolo è bello. I comuni italiani spesso superano gli intenti e gli obiettivi nazionali in materia ambientale e si distinguono per i risultati raggiunti su rifiuti o risparmio energetico.
Su tutto il territorio nazionale si contano infatti ben 27 comuni che utilizzano al 100% energie rinnovabili, per l’energia elettrica e il riscaldamento, rappresentando oggi il miglior esempio di innovazione energetica e ambientale. Sappiamo bene che dietro questi risultati ci sono opinioni discordi.
Ogni scelta tecnologica, fosse solo una centrale a biomasse, o una pala eolica, comporta delle scelte che spesso contrastano con la volontà dei cittadini e infiammano gli animi dei comitati locali. Ma questa volta scegliamo di metterne in luce gli aspetti positivi, riportati dal dossier di Legambiente Comuni Rinnovabili 2013, che a ben vedere considera diversi aspetti ecologici. La classifica in effetti tiene conto della capacità di sviluppare il mix più efficace delle diverse fonti (senza considerare geotermia e grande idro) e «non la produzione assoluta, perché la prospettiva più lungimirante e vantaggiosa per i territori è rispondere alla domanda di energia valorizzando le risorse rinnovabili presenti».
In questi 27 comuni, dunque, un mix di impianti diversi da rinnovabili e impianti a biomasse allacciati a reti di teleriscaldamento coprono interamente, e addirittura superano, i fabbisogni elettrici e termici dei cittadini residenti.
Per quanto riguarda la sola copertura dei consumi elettrici, i comuni autosufficienti sono addirittura 2400. Mentre quelli ad aver installato impianti solari sono 7937, un numero ragguardevole, con il sole che viene utilizzato per produrre energia nel 97% del territorio italiano. Spetta a Casaletto di Sopra (Cremona) e a Don (Trento) il record di impianti per abitante, rispettivamente per il fotovoltaico e per il solare termico.
Sono invece 296 i comuni che si possono considerare autonomi dal punto di vista elettrico grazie all’energia del vento. I comuni dell’eolico sono 571 e hanno consentito di produrre 13,1 TWh nel 2012, pari al fabbisogno elettrico di oltre 5,2 milioni di famiglie. Mentre sono 1053 i comuni del mini idroelettrico, con impianti fino a 3 MW, e i comuni della geotermia sono 369, per una potenza installata pari a 915 MW elettrici.
Gli impianti a biogas hanno raggiunto complessivamente 1133 MW installati e 135 MWt e 50 kW frigoriferi termici, mentre gli impianti a biomasse, nel loro complesso, hanno consentito nel 2012 di produrre 13,3 Twh, pari al fabbisogno elettrico di oltre 5,2 milioni di famiglie. Il teleriscaldamento viene utilizzato da 343 comuni che utilizzano fonti rinnovabili, come biomasse autentiche, ovvero di origine organica animale e vegetale, provenienti da filiere territoriali, o fonti geotermiche, attraverso cui riescono a soddisfare larga parte del fabbisogno di riscaldamento e di acqua calda sanitaria.
Articolo tratto dal mensile Terra Nuova Maggio 2013 disponibile all’acquisto sia come copia cartacea che come ebook su www.terranuovalibri.it

 

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