Versione vegetariana, con erbe selvatiche, della classica ricetta siciliana. Ottime come sfizioso aperitivo o come secondo piatto per una cena all’aperto.
Ingredienti
• 200 g di cime e foglie tenere di chenopodio
• 200 g di riso vialone nano
•. 70 g di parmigiano grattugiato
• 50 g di burro
• 1 spicchio di aglio
• 30 g di cardamomo
• una presa di sale
• 60 g di formaggino
• 200 g di farina
• 240 ml di acqua
• 1 uovo
• 100 g di pangrattato
• 1 l di olio di semi per friggere
Procedimento
Lavate, mondate e asciugate il chenopodio.
Mettete un pentolino di acqua a bollire.
In un’altra pentola, versate 20 g di burro, l’aglio tritato, il cardamomo e il riso. Fate dorare il riso poi aggiungete il chenopodio (nella fotografia il chenopodio è nel ripieno, ma nella ricetta preferiamo aggiungerlo al risotto). Aggiungete via via, l’acqua bollente, mantenendo bassa la fiamma e mescolando con un mestolo in legno bucato. Quando è quasi pronto, salate, aggiungete il resto del burro e il parmigiano e lasciatelo freddare bello cremoso: l’eccesso di liquido si riassorbirà.
Predisponete un’insalatiera di acqua per bagnarvi le mani. In un’altra insalatiera versate la farina, aggiungendovi pian piano l’acqua mentre mescolate e infine l’uovo e un pizzico di sale. Preparate un vassoio con il pangrattato. Con le mani umide prendete del risotto nel palmo, schiacciatelo a forma di conca e inseritevi mezzo cucchiaino di formaggio, poi coprite con dell’altro risotto e premete tra le due mani concave per formare una palla. Passate ora la palla nella pastella, poi nel pangrattato. L’arancina è pronta.
Quando avrete preparato tutte le arancine, portate l’olio a temperatura e predisponete un vassoio con della carta assorbente. Potete gettare un po’ di pangrattato nell’olio, se frigge subito vuol dire che è abbastanza caldo. Quando l’olio sarà caldissimo abbassate leggermente la fiamma lasciandola comunque vivace e friggete una ad una le arancine, totalmente immerse nell’olio, girandole molto delicatamente con una schiumarola ed estraendole quando sono ben dorate per poggiarle sul vassoio con la carta assorbente.
_________________________________________________________________________________________________________________
Non guarderete mai più un prato allo stesso modo.
Frutto di anni di lavoro sul campo, acrobazie per fotografare pianticelle ribelli, prove di ricette e ricerche bibliografiche titaniche, questo libro racconta 80 piante selvatiche commestibili con una prosa semplice, immediata, divulgativa.
Contiene ritratti fotografici in alta qualità su sfondo bianco e 40 ricette illustrate che si ispirano a solide tradizioni, italiane e non. È un omaggio alla personalità unica di ogni specie che ci svela le sue doti gastronomiche e medicinali.
Diretto a curiosi e buongustai, chef di ristoranti o agriturismi, agricoltori desiderosi di valorizzare questa risorsa, naturopati e operatori olistici, IL PRATO È IN TAVOLA è un invito a ridiventare indigeni, grati e connessi con la nostra terra.
SFOGLIA UN’ANTEPRIMA DEL LIBRO