Un classico primo piatto della cucina italiana, da proporre ancora in questi ultimi giorni d’inverno.
Ingredienti
• 150 g di ceci secchi
• 1 striscia di alga kombu
• 120 g di ditalini integrali (gluten free se intolleranti al glutine)
• 200 g di cime di rapa
• 2 spicchi di aglio
• 3 cucchiai di olio extravergine di oliva
• 120 g di passata di pomodoro
• 800 ml di acqua con dado vegetale oppure 800 ml di brodo vegetale
• 1 mazzetto di erbe aromatiche
• peperoncino in polvere
• sale
Procedimento
■ Mettete in ammollo i ceci per 8-10 ore in abbondante acqua.
■ Quindi scolateli e portateli a bollore in una pentola con altra acqua sufficiente a coprirli e la striscia di kombu. Cuoceteli per un’ora e mezzo, togliendo via via la schiuma che si forma. Salateli solo alla fine.
■ Quando la cottura dei ceci volge al termine sbucciate l’aglio e tritatelo fine; rosolatelo dolcemente in una casseruola dove avrete scaldato l’olio. Unite poi la passata di pomodoro, il mazzetto aromatico pulito e legato con lo spago da cucina, le cime di rapa lavate, mondate e tagliate a striscioline, infine i legumi ormai pronti.
■ Lasciate insaporire per qualche minuto, quindi aggiungete il brodo vegetale (o l’acqua con il dado) e, appena questo prende il bollore, versate la pasta, salate leggermente e cuocete per 10 minuti.
■ Spolverizzate con il peperoncino in polvere e servite la minestra calda.
VARIANTE
In questa ricetta potete sostituire i ceci con i fagioli cannellini, mentre al posto delle cime di rapa stanno bene anche le foglie di bietole, di spinaci o di verza.
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Minestroni, zuppe e vellutate sono
piatti della tradizione contadina che non tramontano mai, neppure nella nostra opulenta società. Il loro segreto?
Semplicità della preparazione, varietà dei sapori e
ricchezza dei nutrienti, soprattutto se i prodotti sono bio.
Il libro è composto da 50 ricette suddivise per le quattro stagioni, a dimostrare che le zuppe non sono adatte solo nei mesi freddi. Ortaggi, legumi secchi e freschi, cereali, erbe aromatiche e spezie sono gli ingredienti di base, accompagnati da olio d’oliva rigorosamente extravergine, mentre nocciole, anacardi, mandorle e noci aggiunte a fine cottura rappresentano una valida integrazione.
Pochi ed essenziali gli strumenti: pentola, coltello, tagliere, passaverdura o mixer a immersione sono più che sufficienti per preparare le nostre minestre.
Semplici i trucchi del mestiere: la vellutata è diventata troppo liquida? Aggiungiamo un paio di cucchiaini di amido di mais o di farina di riso. Al contrario, è troppo densa? Allunghiamo con un po’ di brodo o acqua caldi.
Zuppe felici perché buone, sane e quasi totalmente prive di prodotti di origini animale. A parte qualche spolverata di formaggio, che si può usare a discrezione, le ricette di questo libro impiegano esclusivamente ingredienti di provenienza vegetale.
Splendide le fotografie di Giancarlo Gennaro e dell’autrice che accompagnano ciascun piatto.