Ecovillaggi
VILLAGGIO VERDE COMUNITA' ACQUARIANA
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Indirizzo:
Associazione Amici del Villaggio Verde, Loc. San Germano, 28010 - Cavallirio Italy
LE ORIGINI
Il fondatore, Bernardino Del Boca (1919-2001), era un personaggio singolare. Rampollo di una famiglia nobile originaria di Boca, nell'alto novarese, a 27 anni, stanco dei condizionamenti dell'impegnativo retroterra familiare, lascia l'Italia per l'oriente. Dopo una breve permanenza in Siam ed in Thailandia si stabilisce a Singapore, trovandosi presto a ricoprire la carica di console. Per natura poliedrico si dedica con passione alle arti figurative, all'antropologia - compie studi su tribù locali - e in particolare, iniziato alla teosofia dalla nonna quand'era ancora bambino, intrattiene rapporti con circoli occultisti e associazioni teosofiche a livello internazionale. Nel'47 inizia ad essere protagonista di eventi non ordinari. Sostiene di sentirsi contattato da energie intelligenti della natura, entità di una realtà parallela dove svaporano i riferimenti dello spazio-tempo: gli Zoit.
Nell'ottobre dello stesso anno lo ritroviamo su un'isola vulcanica dell'arcipelago di Lingja, nel mare di Janji, poco distante da Sumatra. L'isola ha diverse anomalie, sostiene Del Boca, tra cui quella di far impazzire le bussole. Lì verrà condotto al tempio di Han - dedicato a Shiva da un antico monarca di Giava - per un'iniziazione che lo proietterà nella dimensione del “continuo infinito presente”, di cui parlerà fino al momento di passare, per usare una sua espressione, “di là dal velo della materia”.
L'iniziazione alla Strada Alta significherà per lui la rinuncia a qualunque legame stabile ed il servizio alla causa dell'Età dell'acquario e della “spiritualizzazione” dell'umanità.
Per tutta la sua vita Del Boca sosterrà di mantenere rapporti telepatici con monasteri buddisti in Tibet e Cina e con gli Zoit, per facilitare il previsto passaggio degli uomini dal piano mentale a quello, spirituale, della “supercoscienza”.
LA REALIZZAZIONE
Nel 1949 Del Boca è nuovamente in Italia e già inizia a profilarsi in lui, ispirata dagli Zoit, l'idea di fondarvi un “villaggio verde”. Il progetto resterà in incubazione per oltre trent'anni, assumendo via via le fattezze di un ashram “acquariano”; un centro sperimentale dove “vivere per essere e non per avere” e “usare poco la mente e molto il cuore”. Nel frattempo “l'illuminato piemontese”, come verrà più tardi definito, insegna, difende strenuamente i diritti di omosessuali e carcerati e dirige la rivista L'età dell'acquario, che continua ad uscire, ai giorni nostri, con cadenza bimestrale. Sul finire del 1981 fonda la cooperativa Villaggio Verde che, dopo pochi mesi, acquisterà terreni a San Germano di Cavallirio, vicino Boca. Verranno accolte, con qualche ritocco, le idee di un personaggio stravagante, Giorgio Grati, sedicente architetto, ovvero il progetto di una città circolare; una struttura simile ad una scodella rovesciata con al centro un lago. Per motivi burocratici la cooperativa da edilizia dovrà presto diventare agricola e questo stimolerà una dedizione particolarmente amorevole, dei soci residenti, per le colture biologiche. Nel 1988 un primo appartamento del Villaggio Verde inizia ad essere abitato da una coppia con due figli. Per un anno non vi saranno altri insediamenti, per quanto diverse persone abitino in roulottes parcheggiate nelle immediate vicinanze. Nel 1990 i sedici appartamenti del progetto originale sono quasi tutti ultimati. Lo stesso Del Boca si trasferirà stabilmente in uno di essi. Gli appartamenti vengono meglio definiti come moduli; in effetti sono tante sezioni di un unico edificio semicircolare, a due piani, attorno ad un laghetto artificiale, come da progetto del Grati.
FORUM SPIRITUALE
Hanno inizio alcuni seminari, corsi permanenti ed estemporanei, conferenze su terapie alternative, yoga, astrologia, storia delle utopie, educazione alla nuova era, tarocchi, alimentazione. La popolazione, umana ed animale, incrementa e, a sabati alterni, le conferenze di Del Boca - ispirate dal concetto teosofico ed antidogmatico secondo cui nessuna religione è superiore alla verità - catalizzano un numero cospicuo di “simpatizzanti”. I prati ed il salone del Villaggio Verde diverranno anche l'avamposto di un Forum spirituale dell'Onu per la pace, ricevendo personaggi come Lama Ganchen Tulku Rimpoche, ideatore dell'iniziativa. Ma l'utopia più ambiziosa, in questo senso, cui aderiva Del Boca, è quella di sostituire l'Onu con un unico parlamento mondiale che abbia tra le sue priorità la pace nel mondo. Un'ipotesi caldeggiata da diversi maestri spirituali del nostro tempo, ad esempio Osho Rajneesh. Oggi, a due anni dalla morte del fondatore,la cui scomparsa ha senz'altro avuto ripercussioni di un certo rilievo anche rispetto all'affluenza di persone dall'esterno.
ECONOMIA E LAVORO
Il Villaggio Verde è tutto da curiosare. Vi si respira un'aria esplicitamente individualista, simile per certi versi a quella di Upacchi, ecovillaggio prossimo ad Anghiari, in provincia di Arezzo. Ciascun residente ha il proprio lavoro, generalmente nel “mondo ordinario” e la propria “economia domestica”. Le entrate non vengono collettivizzate, diversamente da quanto avviene in altre esperienze comunitarie (Bagnaia, ACF, Urupia), né esistono attività comuni cui i residenti debbano necessariamente attenersi. Vi si respira anche un'aria rilassata; le stesse piante non vengono sottoposte a potature e pettinature continue. Vengono lasciate rigogliose, in uno stato, un po' invadente, di quasi selvaticità. Il tempietto dei Phi (spiriti della natura dai molti poteri; agenti del karma; equivalgono ai Nat birmani, ai Jin malesi e agli Shen cinesi), ad esempio, portato da Del Boca dalla Thailandia, che un tempo troneggiava indisturbato all'ingresso del luogo, è seminascosto da un giovane pino screanzato ed insidiato dai rampicanti. Oggi il Villaggio Verde è dunque più verde e pronto ad una “nuova fioritura”. Sono in progetto la realizzazione di una fondazione intitolata a Del Boca -con annessi biblioteca (sono già a disposizione circa diecimila volumi e cinquemila serie di riviste) e centro studi- ed un museo dell'animismo. Allo stesso tempo non si è mai interrotta la proposta di corsi, stages e seminari. L'offerta è senz'altro ampia e articolata.
SCHEDASuperficie: 8 ha.
Proprietà: cooperativa.
Inizio progetto: 1988.
Residenti: 16.
Attività produttive: agricoltura per uso interno, agriturismo per i soci, equitazione.
Economia interna: singole famiglie indipendenti, cooperativa, 3 dipendenti con stipendi, altri par time o volontari.
Attività culturali e/o sociali: associazione, corsi, conferenze.
Metodo decisionale: organi ufficiali amministrativi con decisioni a maggioranza, con tendenza al raggiungimento del consenso unanime.
Dieta: prevalentemente vegetariana.
Ospitalità: agriturismo per soci ass, Wwoof.
Nuovi membri: solo se parte qualcuno.
Aderente alla Rive.
Il fondatore, Bernardino Del Boca (1919-2001), era un personaggio singolare. Rampollo di una famiglia nobile originaria di Boca, nell'alto novarese, a 27 anni, stanco dei condizionamenti dell'impegnativo retroterra familiare, lascia l'Italia per l'oriente. Dopo una breve permanenza in Siam ed in Thailandia si stabilisce a Singapore, trovandosi presto a ricoprire la carica di console. Per natura poliedrico si dedica con passione alle arti figurative, all'antropologia - compie studi su tribù locali - e in particolare, iniziato alla teosofia dalla nonna quand'era ancora bambino, intrattiene rapporti con circoli occultisti e associazioni teosofiche a livello internazionale. Nel'47 inizia ad essere protagonista di eventi non ordinari. Sostiene di sentirsi contattato da energie intelligenti della natura, entità di una realtà parallela dove svaporano i riferimenti dello spazio-tempo: gli Zoit.
Nell'ottobre dello stesso anno lo ritroviamo su un'isola vulcanica dell'arcipelago di Lingja, nel mare di Janji, poco distante da Sumatra. L'isola ha diverse anomalie, sostiene Del Boca, tra cui quella di far impazzire le bussole. Lì verrà condotto al tempio di Han - dedicato a Shiva da un antico monarca di Giava - per un'iniziazione che lo proietterà nella dimensione del “continuo infinito presente”, di cui parlerà fino al momento di passare, per usare una sua espressione, “di là dal velo della materia”.
L'iniziazione alla Strada Alta significherà per lui la rinuncia a qualunque legame stabile ed il servizio alla causa dell'Età dell'acquario e della “spiritualizzazione” dell'umanità.
Per tutta la sua vita Del Boca sosterrà di mantenere rapporti telepatici con monasteri buddisti in Tibet e Cina e con gli Zoit, per facilitare il previsto passaggio degli uomini dal piano mentale a quello, spirituale, della “supercoscienza”.
LA REALIZZAZIONE
Nel 1949 Del Boca è nuovamente in Italia e già inizia a profilarsi in lui, ispirata dagli Zoit, l'idea di fondarvi un “villaggio verde”. Il progetto resterà in incubazione per oltre trent'anni, assumendo via via le fattezze di un ashram “acquariano”; un centro sperimentale dove “vivere per essere e non per avere” e “usare poco la mente e molto il cuore”. Nel frattempo “l'illuminato piemontese”, come verrà più tardi definito, insegna, difende strenuamente i diritti di omosessuali e carcerati e dirige la rivista L'età dell'acquario, che continua ad uscire, ai giorni nostri, con cadenza bimestrale. Sul finire del 1981 fonda la cooperativa Villaggio Verde che, dopo pochi mesi, acquisterà terreni a San Germano di Cavallirio, vicino Boca. Verranno accolte, con qualche ritocco, le idee di un personaggio stravagante, Giorgio Grati, sedicente architetto, ovvero il progetto di una città circolare; una struttura simile ad una scodella rovesciata con al centro un lago. Per motivi burocratici la cooperativa da edilizia dovrà presto diventare agricola e questo stimolerà una dedizione particolarmente amorevole, dei soci residenti, per le colture biologiche. Nel 1988 un primo appartamento del Villaggio Verde inizia ad essere abitato da una coppia con due figli. Per un anno non vi saranno altri insediamenti, per quanto diverse persone abitino in roulottes parcheggiate nelle immediate vicinanze. Nel 1990 i sedici appartamenti del progetto originale sono quasi tutti ultimati. Lo stesso Del Boca si trasferirà stabilmente in uno di essi. Gli appartamenti vengono meglio definiti come moduli; in effetti sono tante sezioni di un unico edificio semicircolare, a due piani, attorno ad un laghetto artificiale, come da progetto del Grati.
FORUM SPIRITUALE
Hanno inizio alcuni seminari, corsi permanenti ed estemporanei, conferenze su terapie alternative, yoga, astrologia, storia delle utopie, educazione alla nuova era, tarocchi, alimentazione. La popolazione, umana ed animale, incrementa e, a sabati alterni, le conferenze di Del Boca - ispirate dal concetto teosofico ed antidogmatico secondo cui nessuna religione è superiore alla verità - catalizzano un numero cospicuo di “simpatizzanti”. I prati ed il salone del Villaggio Verde diverranno anche l'avamposto di un Forum spirituale dell'Onu per la pace, ricevendo personaggi come Lama Ganchen Tulku Rimpoche, ideatore dell'iniziativa. Ma l'utopia più ambiziosa, in questo senso, cui aderiva Del Boca, è quella di sostituire l'Onu con un unico parlamento mondiale che abbia tra le sue priorità la pace nel mondo. Un'ipotesi caldeggiata da diversi maestri spirituali del nostro tempo, ad esempio Osho Rajneesh. Oggi, a due anni dalla morte del fondatore,la cui scomparsa ha senz'altro avuto ripercussioni di un certo rilievo anche rispetto all'affluenza di persone dall'esterno.
ECONOMIA E LAVORO
Il Villaggio Verde è tutto da curiosare. Vi si respira un'aria esplicitamente individualista, simile per certi versi a quella di Upacchi, ecovillaggio prossimo ad Anghiari, in provincia di Arezzo. Ciascun residente ha il proprio lavoro, generalmente nel “mondo ordinario” e la propria “economia domestica”. Le entrate non vengono collettivizzate, diversamente da quanto avviene in altre esperienze comunitarie (Bagnaia, ACF, Urupia), né esistono attività comuni cui i residenti debbano necessariamente attenersi. Vi si respira anche un'aria rilassata; le stesse piante non vengono sottoposte a potature e pettinature continue. Vengono lasciate rigogliose, in uno stato, un po' invadente, di quasi selvaticità. Il tempietto dei Phi (spiriti della natura dai molti poteri; agenti del karma; equivalgono ai Nat birmani, ai Jin malesi e agli Shen cinesi), ad esempio, portato da Del Boca dalla Thailandia, che un tempo troneggiava indisturbato all'ingresso del luogo, è seminascosto da un giovane pino screanzato ed insidiato dai rampicanti. Oggi il Villaggio Verde è dunque più verde e pronto ad una “nuova fioritura”. Sono in progetto la realizzazione di una fondazione intitolata a Del Boca -con annessi biblioteca (sono già a disposizione circa diecimila volumi e cinquemila serie di riviste) e centro studi- ed un museo dell'animismo. Allo stesso tempo non si è mai interrotta la proposta di corsi, stages e seminari. L'offerta è senz'altro ampia e articolata.
SCHEDASuperficie: 8 ha.
Proprietà: cooperativa.
Inizio progetto: 1988.
Residenti: 16.
Attività produttive: agricoltura per uso interno, agriturismo per i soci, equitazione.
Economia interna: singole famiglie indipendenti, cooperativa, 3 dipendenti con stipendi, altri par time o volontari.
Attività culturali e/o sociali: associazione, corsi, conferenze.
Metodo decisionale: organi ufficiali amministrativi con decisioni a maggioranza, con tendenza al raggiungimento del consenso unanime.
Dieta: prevalentemente vegetariana.
Ospitalità: agriturismo per soci ass, Wwoof.
Nuovi membri: solo se parte qualcuno.
Aderente alla Rive.
Sorta nel 1988, la comunità di San Germano di Cavallirio è una delle più antiche d'Italia: Dopo la profonda crisi, seguita alla scomparsa del fondatore, ha ripreso nuova vita. Il Villaggio Verde, in provincia di Novara, è un'esperienza comunitaria storica in Italia. Punto di convergenza di una cultura esoterica d'avanguardia, istanze ecologiche e tensioni utopiche, nasce e cresce con gli anni ottanta.