Ambiente
Trivelle sul Delta del Po: il Tar dà ragione agli ambientalisti
Il Tar ha deciso che le trivellazioni previste con il Progetto Teodorico sul Delta del Po vanno bloccate; ha accolto il ricorso degli ambientalisti.
Il Tar ha deciso che le trivellazioni previste con il Progetto Teodorico sul Delta del Po vanno bloccate; ha accolto il ricorso degli ambientalisti.
Un’inchiesta dell’Unità investigativa di Greenpeace Italia rivela che il progetto “Congo LNG” di ENI, per importare gas naturale liquefatto (GNL) dalla Repubblica del Congo, «è un’iniziativa piena di ombre, utile al colosso energetico italiano anche per nascondere e delocalizzare parte delle sue emissioni».
A Torino, città in cui dal 28 al 30 aprile si tiene il G7 Clima, Energia e Ambiente, ReCommon porterà Juan Mancias, portavoce dei nativi americani Carrizo Comecrudo. La comunità si trova nel territorio texano al confine con il Messico, la Rio Grande Valley, dove sta per sorgere un mega-terminal per il gas naturale liquefatto. Mancias, a nome della sua comunità, porta un grande No al progetto.
Greenpeace, Legambiente, Wwf e Kyoto Club criticano il Piano Mattei per l’Africa e chiedono un incontro al presidente del Consiglio: «È chiaro che le rinnovabili non sono protagoniste, protagonista è ancora il gas. Vorremmo presentare al governo il piano energetico di cui ha bisogno l’Italia per diventare l’hub delle rinnovabili».
«Un impianto fotovoltaico deve durare almeno vent’anni durante i quali deve produrre ed essere affidabile. I primi 4-6 anni servono per ripagare i costi materiali dell’impianto (è un dato variabile, quello del break even point, che dipende dal costo dell’energia elettrica sul mercato finale) mentre i restanti anni sono sostanzialmente a costo zero e quelli oltre i venti sono davvero gratuiti. Dopo vent’anni un pannello fotovoltaico ha ancora l’80% della resa originale»: ce lo spiega Sergio Ferraris nel suo libro “Vivere felici senza gas” (Terra Nuova edizioni).
Sul numero di dicembre della rivista Terra Nuova trovate un utilissimo articolo con indicazioni, informazioni e suggerimenti pratici per conquistare l’indipendenza energetica, soprattutto dal gas fossile. E Veggie Channel, in collaborazione con Terra Nuova, ha realizzato una videointervista sul tema al nostro esperto.
«Troppo pericoloso collocare nel brindisino un deposito GNL, lo vogliono prevedere a due chilometri dal centro abitato in un’area dove peraltro c’è già una concentrazione di impianti inquinanti»: la presidente di Italia Nostra Brindisi, Maria Ventricelli, spiega il no di associazioni e comitati al progetto.
Con l’arrivo della stagione fredda aumentano i consumi energetici. La prima strategia da mettere in campo è quella del risparmio, e anche in cucina si può fare parecchio. Ecco i consigli per salvare l’ambiente e il portafogli
«Il gas non è la scelta giusta per la transizione ecologica. Qualunque sia la sua provenienza, il suo impiego per il riscaldamento o per la produzione di energia elettrica, il gas fossile ha un elevato impatto in termini di emissioni di gas serra. Se oltre al suo impiego si prende in considerazione l’intero processo di estrazione e di trasporto, si hanno elevate emissioni (comprese quelle accidentali) di metano in atmosfera»: così l’associazione Greenpeace.
Come spiega Greenpeace, l’8 settembre scorso è stata inviata «una richiesta formale per una revisione interna alla Commissione Europea. L’inclusione di gas e nucleare nella tassonomia vìola infatti il regolamento sulla tassonomia e gli obblighi dell’UE definiti dall’Accordo di Parigi del 2015».
«Caro energia: anche le fonti green penalizzate dalla crisi del gas russo» sottolinea in una nota NaturaSì, marchio italiano leader del biologico. L’AD Fausto Jori: «La bolletta è quadruplicata. Occorre sganciare il prezzo rinnovabili da quello del gas».
Far conoscere a territori e cittadini i rischi legati alle dispersioni e agli sprechi del gas metano immesso in atmosfera, un gas fossile con un effetto climalterante fino a 86 volte più potente di quello della CO2, ma anche spingere l’Italia e l’Europa ad approvare norme e regolamenti finalizzati a ridurre, nel tempo, fino ad azzerare tali emissioni: è la nuova campagna di Legambiente “C’è Puzza di Gas”.
Il gas fossile e l’energia nucleare entrano nella Tassonomia, cioè nell’elenco degli investimenti ritenuti sostenibili dall’UE. L’europarlamento ha infatti bocciato la risoluzione che proponeva di respingere questa tassonomia. Greenpeace annuncia un’azione legale; dura critica anche da Legambiente.
Il Gruppo Banca Etica ha deciso di inviare una lettera agli europarlamentari italiani che nella sessione plenaria del 4-7 luglio saranno chiamati a votare, i provvedimenti finali per definire l’elenco delle attività economiche della cosiddetta Tassonomia verde ovvero sostenibili dal punto di vista ambientale.
Proteste a Piombino, in provincia di Livorno, per dire no alla collocazione nel porto di una nave di rigassificazione. La manifestazione di sabato 18 giugno si è tenuta sia sulla terraferma che con alcune barche in mare. Anche il sindaco di Piombino si è detto contrario al progetto.
Le Commissioni Ambiente ed Affari Economici dell‘Europarlamento hanno votato a favore della risoluzione di rigetto della proposta della Commissione Ue sulla Tassonomia Verde, bocciando quindi l’etichetta verde per nucleare e gas. La decisione finale spetta ora alla prossima plenaria del 4-7 luglio a Strasburgo.
Greenpeace, Legambiente e WWF avanzano 10 proposte al Governo Draghi su rinnovabili ed efficienza per liberare l’Italia dalla dipendenza dal gas. Tra gli interventi da mettere in campo: entro marzo 2023 autorizzare nuovi impianti a fonti rinnovabili per 90 GW di nuova potenza installata da realizzare entro 5 anni, aggiornare entro giugno 2022 il PNIEC con obiettivo 100% elettricità da rinnovabili al 2035, fissare subito un tetto ai profitti delle aziende che estraggono e trasportano gas fossile o petrolio. «Approvare con urgenza un decreto sblocca rinnovabili per sostituire le centrali a gas costruite dopo il blackout nazionale del 2003 e per ridurre i consumi di 36 miliardi di m3 entro il 2026».
«Nell’affrontare il caro bollette ancora una volta il Governo sta sbagliando strada e soluzioni da adottare». Greenpeace, Legambiente e WWF tornano a ribadire che «il Paese non ha bisogno di soluzioni tampone, scellerate e insensate: non serve raddoppiare la produzione del gas e avviare nuove trivellazioni a terra e a mare».
Sabato 12 febbraio 44 sigle tra associazioni, comitati e movimenti scenderanno in piazza per dire basta, come spiegano, «a questa insensata corsa al gas e alle bufale fossili e nucleare. Da Melilli a Falconara, da La Spezia a Napoli a Brindisi, tanti i luoghi simbolo al centro delle manifestazioni». Appuntamento in Sicilia a Melilli, da dove partirà un flash mob.
Greenpeace attacca duramente la scelta della Commissione Europea di «etichettare come sostenibili gas fossile e nucleare nell’ambito della tassonomia, cioè la lista degli investimenti ritenuti “green” a livello comunitario». E sulle scelte del governo Draghi parla di «Finzione Ecologica allo stato puro».