Il Mensile
La ragazza che salva gli oceani
Una barca come scuola di vita: Sydney e la sua famiglia navigano da dieci anni salvando gli oceani dalla plastica e generando lavoro per se stessi e altre otto persone.
Una barca come scuola di vita: Sydney e la sua famiglia navigano da dieci anni salvando gli oceani dalla plastica e generando lavoro per se stessi e altre otto persone.
Difendere il mare, valutare lo stato di inquinamento, specialmente da plastica e micro-plastiche, e analizzare gli impatti dei cambiamenti climatici. Con questo obiettivo il 16 luglio parte il tour del mar Tirreno centro di Greenpeace da Porto Santo Stefano.
«Da 5 anni decine di tonnellate di rifiuti in plastica sono dispersi nelle acque del Golfo di Follonica. Una vicenda ancora irrisolta e sulla quale abbiamo deciso di far luce»: è la denuncia di Greenpeace Italia in riferimento alla situazione dei fondali del Golfo di Follonica (Grosseto). Partito un esposto alla Corte dei Conti.
Si intitola “Controcorrente”, è il documentario che racconta lo stato dell’acqua in Italia, denunciando anche soprusi, sfruttamenti e illegalità, realizzato da Claudia Carotenuto e Daniele Giustozzi, giornalista e economista ambientale, e del videomaker torinese Andrea Bagnasco. Vi avevamo segnalato il loro crowdfunding e ora, a lavoro terminato, sono partite le proiezioni.
Se non si cambieranno drasticamente abitudini, scelte economiche e di consumo, nel 2050 negli oceani ci sarà più plastica che pesci: è l’emergenza in cui siamo, è il caso di dirlo, immersi. Da sottolineare una volta di più in occasione della giornata mondiale degli oceani, che cade l’8 giugno.
Barriera corallina sempre più a rischio in Giappone. Il trasferimento delle basi USA nella baia di Henoko sposterà le piste di atterraggio proprio sopra i coralli, che ne verrebbero ulteriormente danneggiati.
Le grandi multinazionali continuano a produrre e vendere sempre più plastica usa-e-getta, ma il 90% non è mai stato riciclato. Ogni minuto, ogni giorno, l’equivalente di un camion pieno di plastica finisce negli oceani, provocando la morte di tartarughe, uccelli, pesci, balene e delfini: il mare non è una discarica! Greenpeace promuove una raccolta firme.
Prosegue, e si concluderà il 30 settembre prossimo, il progetto Tartalife per salvare le tartarughe del mar Adriatico dalla pesca selvaggia. Il progetto è finanziato dal programma LIFE+ della Commissione Europea e coordinato dall’Istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Ancona (Cnr-Ismar).
L’Europa ha ufficialmente esaurito le “scorte” ittiche e ha iniziato a consumare pesce importato, con un consumo, quindi, non più sostenibile per l’ecosistema marino. E gli stock ittici globali sono al collasso.
Da volontari, senza stipendi né rimborsi, si imbarcano per i mari in difesa delle creature acquatiche barbaramente uccise dal bracconaggio, rischiando talvolta la vita. Sono i «pastori del mare» e questa è la storia del loro attivismo e della loro battaglia.
Si chiama #EmergenSea ed è la campagna con cui l’associazione MareVivo sta cercando di sensibilizzare tutti i cittdini a comportamenti responsabili e consapevoli nei confronti di spiagge e mari, ormai soffocati da plastiche e inquinanti.
Cambiamenti nella distribuzione degli organismi nello spazio possono rivelare quando un ecosistema è sull’orlo del collasso. È questa la principale conclusione di uno studio condotto da un’equipe di ricercatori del dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa e del Massachusetts Institute of Technology (MIT) e apparso sulla rivista Nature Ecology & Evolution.
Un progetto che sta muovendo i primi passi, ad iniziativa privata, rivolto a pensionati e giovani preferibilmente soli e vegetariani/vegani.
Sono tanti i turisti che, lasciando le località di mare dove hanno trascorso la vacanza, si portano via conchiglie, sabbia e ciotoli. Occorre fare attenzione perchè si rischiano sanzioni amministrative salate.
L’associazione di consumatori Codacons chiede di vietare il fumo in tutte le spiagge italiane.