Ancora in sciopero della fame contro i cani alla catena
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Battistini ha scritto al presidente della Regione Vasco Errani una lettera nella quale spiega le ragioni del suo gesto: “Oggi dall’approvazione di quella legge, fine marzo 2013, è quasi passato un anno. Ho sentito numerosi attivisti sparsi in regione nelle varie province, e mi dicono, confermando quanto da me controllato personalmente che i cani sono rimasti tutti alla catena. La legge è stata fatta male a quanto pare. (….)Ho deciso di intraprendere questo secondo sciopero della fame appena saputo della proposta della IV commissione sanità regionale, ad opera dell’ufficio regionale veterinario, in cui si propone di sostituire le catene con recinti, per cani di proprietà, di centimetri…172×172 di lato (o 3×1 metri) pari a tre metri quadri per i cani di taglia oltre i 40 kg. Pensi la farsa. I cani emiliano romagnoli detenuti nei canili municipali devono sperare di non essere adottati perché vedrebbero drasticamente ridotto il loro benessere (…)”.
Il testo integrale della lettera e il diario giornaliero di come procede lo sciopero della fame si può trovare sulla pagina Facebook “Scatenare diritti”. E’ anche stata avviata una
L’eurodeputato Andrea Zanoni gli ha manifestato solidarietà: “”Esprimo la mia solidarietà a Davide Battistini di nuovo in sciopero della fame contro i cani a catena. Invito le autorità regionali dell’Emilia Romagna a dare seguito alla legge entrata in vigore l’anno scorso e oggi ancora troppo spesso violata”. “Bisogna verificare se si tratta di una norma inefficace o del mancato rispetto della legge. In entrambi i casi bisogna intervenire con urgenza. L’utilizzo della catena, non è più ammissibile – incalza Zanoni – Lo spirito di sacrificio di Davide è encomiabile, tuttavia lo invito a non esagerare nella sua forma di protesta, idealmente giusta ma che potrebbe mettere a rischio la sua salute”.
Zanoni mette in guardia anche contro altri sistemi di detenzione dei cani “intollerabili e da proibire” come gabbie cementate o in lamiera di pochi metri quadrati da cui i cani non vengono fatti uscire per intere stagioni tanto da accusare comportamenti compulsivi e ripetitivi come girare in tondo in continuazione fino allo sfinimento o ferite ai denti per i tentativi di mordere metallo e legno.
“Purtroppo in Europa non c’è una legge sul maltrattamento animali e sugli animali da affezione – conclude Zanoni – Per questo stiamo cercando di spingere la Commissione europea a elaborare una proposta legislativa, per rendere tutte queste pratiche, come l’utilizzo delle catene, illegali a livello europeo”.