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Biogas: no alle scorciatoie

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Si stanno moltiplicando come funghi gli impianti a biogas da 999 kw. Sapete perché? Perché per gli impianti al di sotto dei 1000 kw la procedura autorizzatoria è semplificata, basta l’ok dei Comuni. Dicono no anche a Granarolo Faentino.
Il Comitato Cittadino Vogliamo Vivere si è costituito a Granarolo Faentino a febbraio 2012 dopo che Comune e Provincia hanno annunciato la realizzazione di un impianto a Biogas da 999 KW. “Sono mancate – dice il comitato –  rassicurazioni tecniche relative alle diffusioni degli odori, le compensazioni di inquinanti fra i quali PM10 e NOx, la sostenibilità agronomica in funzione della vocazione agraria del territorio ed in ultimo l’assurdità di far transitare oltre 5000 mezzi pensanti sulla via Fabbra.  Relativamente alle criticità derivanti dalla sostenibilità agronomica ed ambientale il problema dell’impianto in oggetto è il medesimo di altri impianti analoghi alimentati da biomasse coltivate allo scopo (18000 ton. di mais ceroso, sorgo, triticale e 5000 ton di polpe barbabietole) che occupano circa 260 ettari di territorio tolto alla produzione di cibo; non è dotato di recupero di calore per fini civili-industriali o agronomici (40% di resa elettrica, il resto disperso in calore) . La zona ove deve essere collocato l’impianto presenta già livelli critici di inquinamento atmosferico con frequenti sforamenti degli indici  degli inquinanti di riferimento. Il piano provinciale energetico risulta già ampiamente superato e sarebbe prevista la realizzazione di nuovi impianti di produzione di energia solo se a impatto zero. Sorgono anche in questo caso i dubbi ancora irrisolti sulla potenziale diffusione di agenti biologici (clostridi fra cui anche il botulino come sostenuto da diversi studi Tedeschi ma anche italiani). Poi c’è via Fabbra: una strada vicinale a gestione comunale della larghezza di metri 2.75 senza portanza (già adesso si evidenziano evidenti crepe e dossi centrali ), i ponti non risultano collaudati, non è ancora nota la segnaletica che dovrà regolamentare il traffico, sono previste solo quattro piazzole di scambio mezzi in doppio senso di marcia per una lunghezza totale della strada di 2,7 km. Da una perizia redatta da un ingegnere  emergono diverse ulteriori criticità derivanti dalla circolazione dei mezzi pesanti ed altri veicoli fra cui biciclette- pedoni – ciclomotori dove in caso di affiancamento non esiste materialmente lo spazio di sicurezza. Si specifica che la banchina è cedevole e ci sono fossi della profondità anche di tre-quattro  metri”.

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