Un buon numero di cittadini di Treviso si sta opponendo all’ampliamento dell’aeroporto cittadino che non farebbe altro che portare ulteriore inquinamento. E il gruppo ha raccolto già numerose firme per chiedere il blocco del progetto aeroportuale. Il documento di protesta è stato poi inviato al sindaco. Vi sottoponiamo le loro motivazioni.
1- Rispetto del limite cautelativo di 16.300 voli annui, decretato dal Ministero dell’ambiente
2- No all’ampliamento dell’Aeroporto A. Canova di Treviso
E ’giusto intervenire per attenuare il problema dell’inquinamento a Treviso, ma il blocco delle auto più vecchie non sembra una valida soluzione, considerando per esempio che le nuove auto diesel risultano inquinare meno delle vecchie per quanto riguarda le pm10, ma solo perché le frantumano in frazioni molto più sottili (che sfuggono alle centraline di monitoraggio),e quindi molto più invasive, provocando un inquinamento ancora più pericoloso e subdolo di quello da pm10. Se si vuole combattere seriamente l’inquinamento, non si può permettere che si sviluppi l’attività aeroportuale, occorre intervenire in modo fermo e chiaro contro il possibile ampliamento!! Ogni aereo in decollo da Treviso consuma all’incirca 3000 litri di Kerosene, provocando mediamente un inquinamento equivalente a quello di circa 500 auto EURO 0 non catalitiche che percorrono 100km. I conti sono presto fatti. Non si può permettere un ampliamento e non si può non tener conto dello sforamento dei voli che da anni è praticato dalla società di gestione del “Canova” se si vuole fare una politica seria per abbattere il grave problema dell’inquinamento atmosferico a Treviso, Quinto e dintorni. Pubblicizziamo una petizione (vedi
testo integrale ) che è stata lanciata da vari cittadini, per sottolineare che oramai la questione aeroporto non è solo un argomento sentito dal comitato dei cittadini dei dintorni aeroportuali, ma una questione sentita da tutte quelle persone che hanno a cuore la salute dei cittadini e la salvaguardia dell’ambiente.
Infine: basta chiacchere fumose sulla crescita, magica parola d’ordine degli affaristi e dei politici arretrati a corto di idee e di ecoalfabetizzazione. Oggi, l’unica prospettiva realistica, responsabile, socialmente ed ecologicamente sostenibile, è quella della PROSPERITA’ SENZA CRESCITA, formula innovativa promossa, tra gli altri, dall’economista Tim Jackson durante la Settimana Verde Europea organizzata dalla Commissione Europea (giugno 2010).
Mentre la proposta di espandere i voli, di attirare turisti con il low cost sussidiato e di forzare la rottamazione delle vecchie auto è funzionale ad una logica perversa di Crescita illusoria e antiecologica che favorisce unicamente il business degli affaristi di turno e il consumismo irresponsabile, ma danneggia il territorio, i conti pubblici e la comunità locale, la nostra proposta che si situa nella prospettiva realistica della Prosperità senza crescita è a favore dell’ambiente, della popolazione locale e del risanamento dei conti pubblici, cioè del bene comune, anche se ovviamente non piacerà a chi cerca facili profitti ad ogni costo. I comuni locali e la Regione Veneto, da che parte stanno?