Alla scuola primaria Longhena di Bologna i genitori bocciano la mensa Seribo. Ecco i risultati degli assaggi a scuola dei genitori e del questionario. Sei famiglie su 10 sono insoddisfatte: voto medio 4 e mezzo. Il primo piatto? Da rifare.
Alla primaria Longhena di Bologna i genitori bocciano la mensa Seribo. Ecco i risultati degli assaggi a scuola dei genitori e del questionario promosso dalla Commissione mensa. Sei famiglie su 10 sono insoddisfatte: voto medio 4 e mezzo. Il primo piatto? Da rifare. La Commissione Mensa della scuola primaria Longhena ha avviato nella primavera scorsa un progetto finalizzato al miglioramento della mensa scolastica. L’obiettivo del progetto è quello di valutare la qualità del servizio mensa gestito da Seribo e le aspettative delle famiglie. Da marzo 2012 i genitori possono recarsi a scuola ad assaggiare il pasto. Ogni genitore durante l’assaggio compila un questionario esprimendo un giudizio sull’aspetto, il sapore, la cottura, la temperatura e il gradimento da parte degli studenti di ogni portata. “Tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre è stata realizzata inoltre una indagine sulla soddisfazione delle famiglie rispetto al servizio mensa grazie all’invio di un questionario a tutti i genitori – spiegano gli stessi genitori – Lo studio, promosso dalla Commissione Mensa, ha avuto un notevole successo grazie alla collaborazione della dirigente scolastica, degli insegnanti, dei genitori e sopra tutto dei ragazzi. Questo progetto segue altre iniziative. Ritenendo intollerabile l’uso quotidiano di piatti e bicchieri usa e getta da alcuni anni è previsto l’uso di piatti e bicchieri – non usa e getta – portati ogni giorno da casa. Un buon modo di combinare educazione ambientale ed educazione alimentare”.
IL QUESTIONARIO. Hanno compilato il questionario e lo hanno riconsegnato a scuola 235 famiglie che corrispondono a 295 studenti, cioè l’82% dei 359 studenti della scuola primaria Longhena. Dai risultati, in sintesi, emerge che molte famiglie nutrono dubbi sulla varietà del menù offerto e sui valori nutrizionali dei pasti. Il 44% dei genitori ritiene che il menù offerto a scuola non sia vario e addirittura il 51,7% è convinto che il menù non soddisfi le necessità nutrizionali dei bambini. Le famiglie mostrano inoltre una particolare sensibilità – forse alimentata dal particolare momento economico – ai costi della mensa scolastica. La tariffa piena senza agevolazione è pari a 6,24 euro per pasto. Il pagamento avviene in modo forfettario ogni mese indipendentemente dal numero dei pasti consumato da ogni bambino. Il 69,4% (159 famiglie) ritiene che la tariffa non è adeguata al servizio offerto. Infine, il 90% delle famiglie conosce la Commissione Mensa e sa che può recarsi a scuola ad assaggiare il pasto, possibilità sfruttata da 43 nuclei familiari. Il grado di soddisfazione generale rispetto alla mensa scolastica è allarmante. Potendo esprimere un voto da zero (totalmente insoddisfatto) a dieci (totalmente soddisfatto) il 64% delle famiglie (147 su 231) ha dato un voto inferiore a 6 alla mensa Seribo. Il voto medio delle mensa Seribo è un deludente 4,7 (intervallo di confidenza al 95%: da 4,4% a 4,9%). I genitori hanno, inoltre, idee chiare sulle priorità della mensa scolastica: occorre arricchire la mensa di prodotti biologici e di prodotti locali a “chilometro zero”. In ordine di importanza, subito dopo emergono la necessità di un menù più vario e più rispondente alle esigenze nutrizionali dei bambini. La riduzione della tariffa delle mensa, forse consapevoli che l’Amministrazione Comunale non è ben disposta in tal senso, si colloca come ultima priorità.
GLI ASSAGGI DEI GENITORI A SCUOLA. I risultati dell’indagine vengono rafforzati dagli assaggi continui presso la scuola. Dai 51 assaggi effettuati dai genitori a scuola risulta che il menù non sempre corrisponde a quello previsto. Nel 12% dei casi il primo piatto era diverso da quello indicato nel menù. Sono emersi, inoltre, chiari problemi sul primo piatto. Un giudizio negativo o decisamente negativo è stato espresso nel 33% degli assaggi sul sapore del primo piatto, nel 49% sul grado di cottura, nel 35% sulla temperatura di servizio e nel 24% sull’aspetto. Nonostante tutto i nostri figli sembrano gradire il primo piatto più del secondo. Forse perché a questa età arrivano a tavola affamati e poco importa se la pasta è scotta, fredda, appiccicosa e poco appetibile. Sul secondo piatto i giudizi negativi o decisamente negativi diminuiscono, ma vengono evidenziati ancora problemi nel sapore e nella cottura. Il sapore di quanto offerto a scuola ottiene giudizi negativi o decisamente negativi nel 29% per il secondo piatto, nel 26% per il contorno e nel 18% dei casi per la frutta.