Oltre vent’anni fa in Australia John Veltheim, osteopata, chiropratico e dottore in medicina cinese, redigeva i fondamenti di BodyTalk rendendosi conto che era possibile ottenere risultati prodigiosi semplicemente ascoltando il linguaggio recondito del nostro corpo. La sua saggezza innata.
Elaborò un metodo per riuscire a verbalizzare le indicazioni somatiche e sottili che provenivano dalla coscienza del corpo della persona che aveva in cura. Capì che la nostra educazione e il nostro mentale hanno bisogno di certezze assolute per potersi fidare dell’intuizione. Creò quindi un metodo d’indagine che fosse rigorosamente scientifico. Si tratta di una sorta di mappa e della procedura con cui esplorarla. Una carta geografica dei luoghi e dei sistemi del corpo. Organi, endocrine, ma anche elementi, stati di coscienza, meridiani, flussi nervosi, sanguigni, linfatici, microrganismi, virus, chimica del corpo, etc.
Come una mappa che racchiude tutto l’universo fisico e relazionale del corpo-mente, il protocollo di BodyTalk include tutti i possibili aspetti del corpo, dall’estremamente piccolo, alla considerazione degli elementi genetici e strutturali, al dinamismo e ritmo dei suoi sistemi, alle modalità epigenetiche di risposta all’ambiente. Tiene in considerazione aspetti esterni con i quali siamo in relazione e gli stati di coscienza primari che riguardano la nascita, la morte, il relazionarsi, l’abbandono, le maschere, i ruoli, il rapporto con il tempo, il desiderio, la creatività, nonché i paradigmi culturali che ci definiscono e che in massima parte condizionano tutto il nostro metabolismo e le modalità associative dei nostri parametri cellulari.
Una mappa completa di quello che potrebbe influire sull’equilibrio psicofisico di una persona, che viene navigata con specifiche regole per poter identificare quale elemento venga indicato dalla saggezza innata come prioritario.
Il protocollo viene quindi percorso mentalmente dal facilitatore
BodyTalk, sempre nello stesso ordine, in modo fluido e senza gli intoppi del ragionamento o del dubbio, mentre allo stesso tempo muove delicatamente il braccio della persona in cura per ricevere un rilascio o una contrazione, e cioè un sì o un no relativi all’elemento pronunciato in quel momento. Durante il procedimento accade spesso che, come pensieri che sbocciano dal nulla – ma da dove vengono le idee? – si configurino precisazioni e dettagli che si aggiungono all’elemento o all’area di indagine in questione. Le particolarità di una storia personale si sommano alla struttura schematica del protocollo. Emerge ciò che deve esser verbalizzato per poter essere risolto, compreso, ricordato. E ogni volta si riceve smentita o conferma con un sì o con un no.
La saggezza innata del corpo è quindi interpellata in modo semplice ed inequivocabile grazie alla chiarezza della risposta del biofeedback muscolare appena descritto.
Poiché la comunicazione e la sincronizzazione sono alla base del funzionamento armonico dei diversi sistemi corporei, l’obiettivo è quello di trovare l’elemento prioritario che deve ritrovare un dialogo con qualche altro aspetto dell’insieme.
Siamo in un sistema di relazioni e connessioni tra diversità. Ogni cosa si struttura secondo collegamenti, il passaggio dell’informazione e la comunicazione tra le parti. Infatti BodyTalk non fa che chiedere quali siano le connessioni prioritarie da ripristinare perché l’organismo possa trovare un assetto ottimale. Riorganizzarsi secondo parametri nuovi e lasciare andare quelli che risultano obsoleti. Trovare nuove strategie per far fronte a situazioni che non possono essere risolte con le vecchie impostazioni.
Può rendere l’idea l’esempio di un ufficio, come metafora del corpo-mente, in cui troppi telefoni stanno squillando contemporaneamente, fax arrivano di continuo, ci sono scartoffie impilate ovunque, cestini stracolmi, scaffali impolverati semivuoti e angoli soffocati dagli oggetti… va riorganizzato lo spazio per poter lavorare. Cosa butto? Cosa tengo? Cosa metto in quelle cartellette? Quali linee telefoniche sono inutili? Chiedo alla persona che ci lavora, allo spirito di quell’ufficio… cosa ti serve? Quali sono le priorità?
Esattamente quello che si fa con una sessione di BodyTalk chiedendo al corpo cosa gli serva per poter fare il suo lavoro. E cosa non gli serva più, ma che nessuno si è preso la briga di spostare. Perché a nessuno è venuto in mente, visto che sono tutti fin troppo occupati. Il mito contemporaneo del lavoro stressante si ripercuote sulla salute degli organi, l’organizzazione interna, la chimica del corpo e rende alcuni processi un po’ frettolosi.
BodyTalk fa quindi ordine perché si possano ripristinare e sincronizzare i sistemi corporei che hanno alterato la loro funzionalità. Propone una sequenza di collegamenti che possano aggiornare i programmi del nostro computer interno. Fare un upgrade dei nostri processori e sistemi di archiviazione. Ripristinare la comunicazione tra elementi del sistema o sistemi interdipendenti che a causa di interferenze legate al vissuto della persona, hanno distorto e alterato la loro comunicazione originaria.
Body-Talk = Corpo-che-parla. È cioè uno strumento che consente al corpo di avere voce e indicare quali aspetti siano fuori fase perché possa essere ripristinata la loro configurazione naturale originaria, non quella che si è sovrapposta con successive elaborazioni o fraintendimenti.
Una volta trovato il primo elemento che dev’essere armonizzato si cerca il partner, cioè l’elemento o l’aspetto relazionato con cui va messo in comunicazione. Ma solo la saggezza innata del corpo ha una chiara visione e la totale consapevolezza del vissuto, del paesaggio e del panorama emotivo, fisiologico, esperienziale e sottile di una persona e può quindi sapere con assoluta certezza quali siano gli elementi che sono davvero andati fuori fase e che sono alla radice di uno squilibrio. Solo la saggezza innata può conoscere dall’interno lo stato effettivo dei diversi sistemi fisiologici e delle singole priorità, per risolvere le cause e non solo i sintomi. Essa suggerisce quindi l’ordine sequenziale che va rispettato per ripristinare l’equilibrio ottimale per quel corpo-mente nel totale rispetto dell’unicità della persona.
Ognuno di noi ha associazioni e prospettive personali e uniche, necessita quindi di un processo tagliato su misura che sappia riflettere le regole della nostra complessità. Questo significa che sintomi apparentemente simili possono avere derivazioni completamente diverse e anche che fastidi o dolori del tutto diversi possano essere intimamente collegati.
L’ordine dei collegamenti ci appartiene quindi nel profondo e rispecchia la nostra unicità. Non c’è una sessione uguale all’altra.
Per attivare le connessioni suggerite e fare in modo che la coscienza del corpo possa prendere consapevolezza del giusto rapporto tra le parti, si utilizza il campo di attenzione del facilitatore BodyTalk che osserva il nuovo legame accadere sotto i suoi occhi. Egli presta cioè la propria disponibilità energetica al flusso della coscienza del corpo perché essa possa uscire dal format in cui si trova.
L’attivazione dei links implica semplicemente il risveglio delle aree del corpo coinvolte che vengono delicatamente stimolate a rivedere la situazione vigente attraverso un leggero contatto della mano, mentre la consapevolezza del cervello, del cuore e del ventre vengono allertate e ridestate con picchiettamenti lievi e delicati. È come se si dicesse: “Cervello, cuore, ventre, ehi cabina di controllo… Toc, toc… sveglia! Basta andare in automatico! Adesso ripristinate la relazione tra la mucosa dell’intestino a livello del duodeno con la vitamina K che non viene assorbita.” … per esempio. Oppure: “Consentite all’esofago di riarmonizzarsi con la trachea e i polmoni. Consentite il rilascio delle impostazioni successive all’incidente del ‘74, c’è ancora paura nei tendini del collo, i tessuti sono diventati rigidi e devono riprendere a respirare. Per rilasciare la paura colleghiamo la trachea al diaframma e all’intestino crasso…”
Sono esempi che ci fanno capire quanto sia limitato il nostro concetto di sensibilità e intelligenza. Abbiamo associato l’intelligenza e la sensibilità alla persona umana senza renderci conto che ogni uomo è una cellula di un organismo più grande inserito in un sistema naturale, culturale e cosmico. Sensibilità e intelligenza pervadono tutta la natura. La coscienza abita ogni elemento naturale così come abita anche noi. In questo senso anche le nostre componenti, organi e cellule, hanno sensibilità e intelligenza. In grande come in piccolo l’universo è senziente, intelligente e sensibile.
Un organo, una cellula, un tessuto connettivo introiettano gli stati di coscienza che vivono attraverso di noi. E poiché viviamo in una cultura basata sull’accumulo, sull’inquinamento e su una gerarchia di ruoli in realtà interdipendenti e necessari all’equilibrio dell’insieme negando dignità e valore ad alcuni di essi, creiamo le premesse per uno squilibrio cronico che richiede costantemente al corpo di attivare modalità di compensazione.
L’energia che il corpo-mente potrebbe usare per auto-guarirsi e rinnovarsi secondo parametri armonici stabili – oltre la concezione dell’inevitabile declino che abbiamo adottato – quell’energia è invece utilizzata per compensare di continuo lo sbilanciamento delle polarità della nostra cultura. La nostra confusione. Il dubitare come regola, l’autocontrollo come clausola. La formale presentazione di una facciata che non corrisponde alla verità come modalità civile. Ma ciò che agiamo è riflesso nel nostro funzionamento interno a qualche livello. E viceversa.
Tornando alle sessioni di BodyTalk, è importante capire che si tratta di un lavoro non diagnostico, in cui quindi non è l’operatore che utilizza le proprie capacità osservative o intuitive per stabilire di che tipo di cura ci sia bisogno. Al contrario si chiede al corpo stesso cosa gli serva perché possa risvegliare le proprie capacità di auto-guarigione e lo si mette in condizioni di farlo.
L’operatore BodyTalk è un facilitatore allenato alla neutralità e al non giudizio che ha sviluppato in sé, con la pratica, la capacità di un ascolto e di una concentrazione che gli consentono, prima, di capire i suggerimenti della saggezza innata e poi di aiutare il corpo-mente a metterli a fuoco e ad integrarli tra i suoi parametri.
Sembra incredibile e infatti lo è. Ma funziona. La connessione energetica ripristinata diventerà in poco tempo fisiologica ed entrerà a tutti gli effetti nella normalità dei processi psicofisici diventando standard. La connessione energetica trasporta le informazioni che poi il corpo può usare per renderle fisiche e costruire con esse nuovi tessuti, circuiti, neuroni o cambiare la qualità di relazioni molecolari e proteiche. La trasformazione avrà quindi il suo carattere fisico ma anche quello comportamentale ed emotivo. Una nuova chimica comporta un sistema immunitario rinnovato, ma anche emozioni e processi ormonali diversi.
Trattandosi quindi di un lavoro che rinnova il circuito energetico e le informazioni che circolano nel corpo-mente, può avvenire anche a distanza.
Entrambe le tipologie di sessioni agiscono prima sul livello energetico e poi su quello corporeo, mentale, emozionale. Il corpo è cioè messo in condizioni di riorientarsi e sviluppare nuovi percorsi e contatti nel proprio circuito neurologico.
Sia le sessioni di persona che quelle a distanza durano circa un’ora e l’intervallo che intercorre tra una sessione e l’altra, determinato dalla saggezza innata del corpo, è parte integrante del lavoro poiché è il tempo richiesto per rendere fisiologici i nuovi input.
Dal momento che, in quanto umani, condividiamo credenze, utopie, segreti e una storia collettiva che ha condizionato il nostro pensiero, nonché i principi biologici e le modalità di comportamento delle nostre relazioni interne, BodyTalk può strutturarsi in un lavoro di gruppo molto efficace. In questo caso la saggezza innata andrà a trovare ciò che accomuna i partecipanti e saprà proporre connessioni e riconfigurazioni che offriranno benefici a ognuno.
Attualmente i seminari residenziali BodyTalk vogliono aiutare le persone a ricordare anche a livello consapevole quali sono i criteri con cui lavora la natura. I punti cardinali alla base di ogni dinamica biologica, energetica e creativa. Risvegliare cioè quell’antica conoscenza e saggezza che rende più semplice comprendere il processo della vita e della natura.
Portiamo dentro di noi la scrittura genetica dei nostri antenati e i loro stati di coscienza, la storia tra le nazioni e i conflitti degli individui della nostra famiglia. È possibile aiutare il corpo a lasciare andare quei meccanismi che hanno ormai esaurito il loro compito nelle nostre vite, e che ci trasciniamo in automatico come abitudini inveterate.
Siamo il frutto delle nostre eredità, dell’educazione e del piglio sul mondo che abbiamo deciso fosse nostro, delle scelte identitarie che abbiamo fatto a un certo punto nella vita. Ma come la quercia che cresce dalla ghianda, anche noi possiamo decidere di crescere e sfrondare certi rami che non si adattano più alla nostra forma. Questo consente di guadagnare vitalità, verità e leggerezza permettendoci di lasciare andare vecchi tratti e vecchie esperienze. Crescere, vivendo appieno le nostre stagioni.
Siamo in un ecosistema che deve potersi preservare e che evolve per poterlo fare. In quanto umanità stiamo attraversando una fase evolutiva precisa, quella che deve poterci traghettare verso un nuovo senso di comprensione delle ragioni del nostro vivere. Farci superare gli ingorghi conflittuali ed emotivi del nostro passato per consentirci di aprire gli occhi e vedere che insieme alla logica speculativa che abbiamo adottato e che riguarda un rapporto analitico e lineare con l’esistenza, c’è uno sguardo più ampio che sa cogliere il fine e lo scopo del viaggio. Uno sguardo che sa capire che la Terra è un interlocutore, non un pavimento. Che la Terra è una coscienza planetaria senziente e intelligente, un battito reale che giace dentro ognuno di noi.
Vogliamo cominciare a capire che cosa ci dice? Siamo qui per questo, poiché è questa la direzione evolutiva del pianeta. Farle ritrovare la sua dignità nella nostra culura. Quella legittimità e quel riconoscimento che si offrono con rispetto a chi si ama.
BodyTalk ottiene ottimi risultati anche con gli animali ed i sistemi energetici di ogni tipo, vale a dire con aggregazioni familiari e lavorative, produzioni, iniziative progettuali e squadre. Anche i territori e le coltivazioni agricole, nonché gli insediamenti e gli eco-villaggi, tutti sistemi energetici basati sulle relazioni con un loro campo energetico che possono quindi beneficiare di una armonizzazione e riconnessione tra le parti.
Lavorare con la saggezza innata significa lavorare con la natura e con i flussi dinamici che sottendono ogni cosa, ritrovando la connessione con l’aspetto più autentico del nostro cammino.