Sognava di fare l’agricoltore biodinamico da quando aveva 16 anni. E ce l’ha fatta; ora ne ha 23 e sta dando corpo al suo progetto. E’ la storia di Dante Campora, che vi raccontiamo.
Dante Campora è originario di Tortona (Alessandria) e ha 23 anni. Ecco la sua storia raccontata in prima persona.
“Sono perito agrario diplomato nell’anno 2009 all’ISTITUTO TECNICO AGRARIO C. GALLINI di Voghera PV.
Da tre anni seguo corsi di formazione presso la sede di AGRIBIO PIEMONTE a Cissone CN e sto per conseguire la qualifica di tecnico consulente in agricoltura biodinamica. Da poco ho iniziato l’ attività di formatore biodinamico.
All’età di 16 anni ho chiesto a miei genitori di acquistarmi del terreno sui colli tortonesi, terreno che da tre anni a questa parte mi consente di sperimentare appieno il metodo biodinamico.
I miei genitori sono impegnati in attività diverse dall’agricoltura, ma il nonno materno è imprenditore agricolo nella bassa Valle Scrivia in provincia di Alessandria e la nonna paterna era coltivatrice diretta in Sarezzano, sempre in provincia di Alessandria, un bel paesino a pochi chilometri da Volpedo, sui colli tortonesi, dove ho voluto trasferirmi dieci anni fa con i miei genitori.
LA COLTIVAZIONE
Premesso che la mia azienda è ancora in fase di formazione ed avviamento, in quanto occorre molto tempo per convertire i terreni da agricoltura convenzionale a biodinamica, le colture ora presenti sono la vite, già in produzione, ulivi e frutteto misto non ancora in piena produzione. L’estensione è di circa due ettari.
COME MI E’VENUTA L’IDEA
Sono sempre stato attratto dalla campagna. Fino all’età di tredici anni circa ho vissuto in pianura, dove mio nonno ha una piccola azienda agricola che pratica agricoltura intensiva e tutto il tempo libero mi piaceva trascorrerlo nei campi dove ogni tanto, nel mio piccolo, cercavo di dare una mano.
Quando mi recavo dai nonni paterni in collina, sentivo di essere attratto maggiormente dal quel paesaggio e dalla vegetazione del luogo.
I miei genitori hanno assecondato e condiviso questa mia propensione, così ci siamo trasferiti.
Lì ho potuto fare le mie prime esperienze pratiche significative come la potatura del vigneto, la lavorazione del terreno e la raccolta della frutta, soprattutto pesche.
IL BIOLOGICO E IL BIODINAMICO
Mi piaceva il mondo agricolo collinare , aiutavo i nonni nelle varie fasi di coltivazione del vigneto, ma sono sempre stato istintivamente lontano da tutto ciò che era chimico e mi sono domandato come avrei potuto sostituire il nonno quando non avesse più potuto svolgere la sua attività agricola, usando i prodotti chimici per i vari trattamenti. Mi sentivo proprio fisicamente incompatibile.
Ad un certo punto mia madre si è avvicinata alla medicina alternativa per curare alcuni disturbi di cui soffriva da anni, senza averli mai risolti con la medicina tradizionale. Scoprì che erano dovuti ad una forte intolleranza ad alcuni alimenti come il frumento e il latte. E’ stato il medico omeopata che poi ha curato anche me e che tutt’ora è un punto di riferimento per la mia famiglia, a fornirmi molte indicazioni e letture che hanno trasformato completamente la nostra vita a favore di una notevole consapevolezza che ci ha portato verso un approccio alla realtà totalmente nuovo.
Vorrei però fare una distinzione tra biologico e biodinamico. L’agricoltura biologica si limita solamente a non usare le sostanze chimiche più nocive e i prodotti sistemici, senza preoccuparsi dello stato di salute iniziale del terreno. Il biodinamico invece ha lo scopo principale di ristabilire una condizione ottimale di vita nei suoli ricreando le condizioni che sono necessarie e basilari per un sviluppo sano della pianta . Guarire i terreni malati e ristabilire l’equilibrio nei suoli sono quindi punti di forza dell’agricoltura biodinamica che per fare tutto ciò pone al centro dell’azienda agricola la COSCIENZA dell’agricoltore.
Bisogna precisare che un’azienda agricola per passare da agricoltura convenzionale a biodinamica, deve seguire un lungo e a volte complesso processo di riconversione che può durare anche diversi anni e spesso non porta immediati risultati nel breve periodo.
I miei terreni erano incolti, quindi è stato più facile attuare questa conversione che sta per essere completata.
Naturalmente, siccome la mia azienda è in formazione, ho ritenuto più che necessario diversificare la mia attività in modo da poter sostenere le spese iniziali. Nel mio caso ho aperto una ditta individuale di giardinaggio. Un lavoro in proprio mi consente di gestire al meglio i tempi da dedicare ai miei campi. Sono anche esperto nella tecnica degli innesti.
IL CONSIGLIO
Sono perfettamente cosciente che senza conoscenze tecniche e pratiche, questo tipo di agricoltura non è per niente facile da applicare in modo corretto.
Ci vuole quindi molta PAZIENZA e dedizione, ma soprattutto ci vuole coscienza e passione. A livello personale, ma dipende dai punti di vista, consiglierei di fare agricoltura biodinamica non con l’obiettivo primario del guadagno e per arricchirsi nell’immediato. Direi di farlo come un SERVIZIO ALLA TERRA, perché noi glielo dobbiamo. Consiglierei di farlo per dare e non per ricevere. E’ importante divulgare inoltre tutto le conoscenze ed esperienze che vengono compiute in modo che tutti possano condividerle imparando il rispetto verso la terra. Se questo atteggiamento è sincero, si viene ricompensati.
Il consiglio, comunque, per chi parte da zero, è quello di cominciare gradualmente, su piccoli appezzamenti e nel frattempo, siccome non si avrà un immediato ritorno economico, è bene diversificare l’attività o comunque intraprendere un lavoro, magari non lontano dal settore agricolo, presso qualche azienda già avviata, in modo da poter far fronte alle spese e nel frattempo impratichirsi.