Grecia: non possono sfamarli, figli all’orfanotrofio
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E’ la storia disperata, per esempio, di Alexandros e Olga Eleftheriadou (nella foto con due dei figli), un tempo titolari di un negozio di pizza al taglio ma oggi disoccupati, che hanno scelto di collocare i loro tre figli maggiori presso il
La scelta della famiglia Eleftheriadou non è un caso isolato. Secondo alcune associazioni non profit che si occupano di infanzia, circa l’80% dei minori in istituto in Grecia vivono la stessa situazione, mentre il 10% dei bambini greci è a rischio malnutrizione, e in molte scuole le lezioni di educazione fisica sono state abolite perché i ragazzi sono “troppo deboli” per sostenerle. E la crisi non accenna ad allentare la morsa. Nel paese circa un terzo della popolazione adulta è senza lavoro, un dato che sale al 65% tra gli under 25; gli stipendi sono calati del 30% in quattro anni e le tasse sono aumentate a dismisura nel disperato tentativo di rimanere nella zona euro.
SOS Villaggi dei bambini cinque anni fa aveva in carico 47 famiglie, oggi sono diventate 900, e l’organizzazione sta aprendo centri di accoglienza in tutto il paese: “A volte i bambini arrivano in condizioni tali che faticano perfino a parlare”, testimonia un operatore, mentre si cominciano a registrare casi di disordini mentali causati dallo scarso apporto di cibo.
Nel centro Zanneo si raccontano altre storie di disperazione: una famiglia ha dovuto lasciare quattro figli dai sei ai 14 anni quando il padre è stato arrestato in seguito ai debiti contratti dopo il fallimento del suo ristorante; una bambina di 11 anni ha fatto il suo ingresso accompagnata dalla madre vedova e disoccupata, e gli operatori hanno accolto diversi neonati abbandonati sui gradini della struttura e perfino una bambina di due anni sul passeggino a cui era stato attaccato un biglietto che diceva “Non verrò a prenderla perché non posso mantenerla. Per favore fatelo voi”.
Fonte: Vita.it