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L’inceneritore supera i limiti e parte la class action

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Sono già oltre cinquanta i cittadini e quattro le associazioni ambientaliste che hanno deciso di compiere un’azione collettiva in sede civile nei confronti dei soggetti responsabili del superamento dei limiti sull’emissione di diossine dai camini dell’inceneritore di Scarlino (Grosseto), la cui attività nei giorni scorsi è stata bloccata.
Sono già oltre cinquanta i cittadini e quattro le associazioni ambientaliste che hanno deciso di compiere un’azione collettiva in sede civile nei confronti dei soggetti responsabili del superamento dei limiti sull’emissione di diossine dai camini dell’inceneritore di Scarlino (Grosseto), la cui attività nei giorni scorsi è stata bloccata.  L’incarico per la class action è stato affidato all’avvocato Roberto Fazzi che ha già richiesto con urgenza all’Arpat la copia dei risultati delle analisi di laboratorio effettuati sui campioni prelevati il 15 maggio e resi pubblici il 28 maggio, dai quali è stato riscontrato il superamento dei limiti di legge. “Non appena ricevuta la documentazione dall’Arpat – ha detto Fazzi – depositerò immediatamente il ricorso d’urgenza per la tutela preventiva e, successivamente,  con azione di merito per la tutela ripristinatoria e sanzionatoria dei diritti costituzionalmente protetti, come il diritto alla salute, all’ambiente salubre e al lavoro, appartenenti ai cittadini dei territori limitrofi all’inceneritore di Scarlino, diritti che in questo momento – conclude il legale – risultano gravemente minacciati e lesi dalle immissioni e dagli sversamenti di diossina nell’ambiente”.
Clicca qui per conoscere l’associazione di cittadini che si è mobilitata.

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