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No agli ogm: è tempo di mobilitazione

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Franco Trinca, nutrizionista clinico e presidente dell’associazione nOgm, fa il punto sul braccio di ferro che contrappone le lobbi Ogm e il fronte che li contrasta, formato da cittadini, associazioni ecologiste, associazioni di categoria degli agricoltori, ricercatori ed esperti agronomi, biologi, nutrizionisti, medici e alcune forze politiche e parlamentari. Poi chiama alla mobilitazione.
“Dopo alcuni pronunciamenti della Corte europea che, a cavallo tra la fine del 2012 e la primavera di quest’anno, sono risultati favorevoli  ai sostenitori della coltivazione di OGM, la situazione “sul campo” è sembrata precipitare. Giorgio Fidenato, portavoce di un sedicente movimento libertario, ha provocatoriamente seminato mais ogm della Monsanto su un terreno di sua proprietà in località Vivaro, provincia di Pordenone, dandone pubblica e anticipata notizia online e a mezzo stampa. Non solo, ma il cosiddetto movimento libertario ha più volte, prima e dopo la semina di Fidenato, dichiarato pubblicamente di voler seminare (e poi di aver effettivamente seminato)… migliaia e migliaia di ettari  distribuiti in almeno 4 regioni: Friuli, Veneto, Lombardia ed Emilia. La pronta e forte reazione  del fronte storico anti OGM (le Associazioni riunite nel coordinamento “Liberi da OGM”, le aziende riunite in FederBio, Agernova guidata dal Prof. Giuseppe Altieri), a cui si è associata la giovane e combattiva Associazione NOGM (che fra l’altro ha presentato un esposto-querela contro Fidenato e il Movimento Libertario presso la procura di Pordenone), insieme all’impegno compatto del Movimento 5 Stelle e di altre forze politiche, o di Parlamentari trasversali  agli schieramenti,  ha portato all’approvazione unanime, sia al Senato che alla Camera, di mozioni che hanno impegnato il Governo a pronunciarsi con un Decreto interministeriale che vieta, per la durata massima di 18 mesi, la semina di OGM sul territorio italiano. Mentre si può salutare senz’altro questo Decreto come una vittoria, sebbene parziale, del fronte che si oppone agli OGM, il bilancio complessivo della “guerra” è però in chiaro-scuro… a meno di non voler essere ingenuamente trionfalisti”.
“Innanzitutto bisogna passare dalle parole ai fatti e quindi, avendo la Corte dei Conti apposto il “nulla osta” al Decreto interministeriale, ora questo deve immediatamente essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale per divenire esecutivo; da quel momento ci attendiamo che il Governo dia sollecitamente pieno mandato alla Guardia Forestale per l’espianto e la distruzione della coltura di mais OGM del Vivaro. Ma non basta, perché è indispensabile ancheaccertare l’entità della partita di mais mon 810acquistata a suo tempo dal movimento libertario e/o Fidenato e altri, nonché la documentazione del reale utilizzo fattone: scopi mangimistici… e a chi?Deve risultare da qualche bolla o fattura!!! Oppure, come dichiarato, per semine illegali e non autorizzate?E allora anche in questo caso deve essere accertato a chi, anche al fine di tutelare altri coltivare che potrebbero essere ignari di avere un campo ogm accanto al loro, che gli contamina la coltivazione convenzionale o biologica!”
“Inoltre, il fatto stesso che il Decreto interministeriale preveda un limite temporale, fa capire che la situazione non è ancora definitivamente risolta e questo dipende dai vincoli che derivano da legislazioni e sentenze europee sbilanciate a favore della coltivazione di OGM (per quanto riguarda l’importazione dall’estero a scopi mangimistici e non solo, è già purtroppo una triste realtà da tanti anni). Nel lasso di tempo previsto dal Decreto, le regioni italiane (che hanno la competenza in campo agricolo) dovrebbero varare, in ossequio alle direttive, regolamenti e sentenze europee, delle norme di cosiddetta “coesistenza”,  che salvaguardino le colture convenzionali e biologiche dalla contaminazione di quelle transgeniche. Ma proprio questo sarà il nuovo e complesso terreno di scontro, perché in realtà la possibile “coesistenza”  è un’ipocrisia e un falso scientifico, perché non solo come è ovvio le varietà vegetali OGM con i loro pollini andranno inevitabilmente a contaminare le varietà non OGM, ma molti studi documentano un ulteriore modalità di contaminazione definita tecnicamente “ Trasferimento Genico Orizzontale” (TGO); cioè la diffusione di DNA transgenico dall’apparato radicale al suolo e quindi ai batteri e altri micro organismi del terreno e da questi all’intero ecosistema biotico, coinvolgendo  inevitabilmente  anche le piante selvatiche e l’intera catena alimentare, fino all’uomo. Perfino i resti vegetali delle coltivazioni OGM contengono come è ovvio DNA transgenico  in quantità rilevante  e, nei Paesi dove coltivazioni OGM estensive sono una prassi da molti anni, si è effettivamente verificata la contaminazione delle specie vegetali coltivate e spontanee.
Quindi  il fronte anti OGM e auspichiamo le regioni e il Governo italiano dovranno impegnarsi per documentare l’impossibilità della salvaguardia delle coltivazioni non OGM dalla contaminazione in caso di semine OGM ed in virtù di questo dichiarare l’IMPOSSIBILE COESISTENZA tra i due tipi di agricoltura; almeno per il territorio italiano caratterizzato da piccoli poderi inevitabilmente attigui gli uni agli altri”.
“Volendo completare il quadro delle problematiche legate agli OGM, non si può tacere il problema  delle grandi quantità importate a scopo mangimistico, di soia e mais innanzitutto, dagli USA, dal Brasile e da altri Paesi. Non si deve ingenuamente ritenere che questi semi, poiché non coltivati sul nostro territorio nazionale, siano meno inquinanti in quanto il loro DNA verrebbe sicuramente digerito e distrutto totalmente dall’apparato digestivo degli animali da allevamento (principalmente maiali e bovini da carne e da latte, ma anche galline ovaiole e polli). Infatti, residui di DNA transgenico sono stati riscontrati sia nelle carni di questi animali, sia nel latte e nei derivati; perfino nel latte di donne o nel sangue del cordone ombelicali di feti umani. E’ bene ricordare che salute umana è un valore esplicitamente  tutelato dall’articolo 32 della Costituzione e che questo tema , nella firma dei trattati internazionali, NON E’ STATO DELEGATO all’Unione Europea. Su queste basi, una decisa e qualificata volontà politica del Governo italiano, potrebbe deliberare una moratoria  anche  verso gli OGM d’importazione! Come ci risulta abbia di recente fatto l’Ungheria. Si risponde da più parti, purtroppo anche istituzionali, che non è possibile perché, a parte la legislazione europea,  dipendiamo dalla mangimistica d’importazione, quasi tutta Ogm, perché in Italia non ne produciamo a sufficienza. Il fatto in sé è purtroppo vero, ma dobbiamo chiederci perché le politiche agricole nazionali fin qui seguite hanno condotto a questo stato di dipendenza, che suona come una triste beffa autolesionista, o un ricatto da parte delle multinazionali che monopolizzazione la quasi totalità della produzione mondiale di mangimi: “se non volete chiudere i vostri allevamenti e con essi la produzione ed esportazione di prosciutti, formaggi, ecc., dovete acquistare i nostri OGM!”. Allora il fronte delle forze anti OGM deve farsi carico di questa contraddizione e sollecitare tenacemente il Governo ad attuare una politica agricola che promuova progetti di produzione nazionale di oleaginose da mangime.
Sarà decisivo anche il coinvolgimento delle associazioni di consumatori, opportunamente informati e stimolati a scegliere, per i loro consumi alimentari, prodotti animali derivanti da allevamenti in cui non si usano mangimi OGM”.
Info: nogm@causecomuni.it
 
 
 
 
 

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