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Pedemontana devastante

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Un nostro lettore, Dante Schiavon, ha scritto una lettera aperta al presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, per lanciare il suo appello contro la realizzazione della strada Pedemontana. 
“Presidente Zaia, prendo spunto dall’attualità di questi giorni: smottamenti, esondazioni, calamita’ naturali sempre più frequenti, sempre più distruttive, sempre più onerose per la collettività. Si pone quindi la  necessità’  di investimenti per prevenire i loro effetti distruttivi.  Investimenti per rinforzare argini di fiumi, creare delle zone per raccogliere le piene quando si presentano, stabilizzare i pendii delle colline e delle montagne, magari con l’aiuto di siepi, arbusti e alberi, rallentare la velocità dei corsi d’acqua. Come vede, Presidente, i territori della nostra provincia e della nostra regione hanno bisogno del nostro ingegno e della nostra sensibilità verso la natura e verso la terra. E ci vogliono risorse. Per questo mi permetto di esprimerle tutta la mia amarezza e la mia contrarietà verso un’opera devastante e inutile come la Pedemontana. Di tutto ha bisogno la nostra Provincia tranne che di nuove gigantesche arterie mangiaterra. Il nostro territorio e’ già stato ferito dal Passante di Mestre  con migliaia di ettari sottratti irreversibilmente all’agricoltura. Poi è stato il turno del Terraglio Est:  altri  ettari di terra che potrebbero ospitare i buonissimi prodotti della terra veneta e creare ricchezza. E ora: la Pedemontana. No, non è possibile Presidente. Mi permetto di dirle che chi asfalta in modo così massiccio il territorio non sta facendo il bene della gente e delle future generazioni. Così facendo, caro Presidente, lasceremo ai nostri figli un territorio fragile e sempre in pericolo per le conseguenze delle perturbazioni, che si stanno manifestando negli ultimi anni in maniera sempre più devastante. Lasceremo un territorio senza identità, con un paesaggio mortificato, deturpato e desertificato dal cemento e dall’asfalto.  Avremo precluso per sempre opportunità di benessere stabile e duraturo. Avremo precluso uno sviluppo dell’agricoltura e del turismo. Agricoltura e turismo che possono essere la nostra vera materia prima, risorse inesauribili da lasciare in eredità alle future generazioni.  Lei, una personalità radicata nel territorio, come fa a non proteggere la terra che i nostri nonni hanno lavorato e preservato, anche dalle catastrofi naturali. I nostri anziani hanno accresciuto la bellezza del paesaggio veneto, hanno creato le premesse per la valorizzazione economica dei prodotti della terra. La nostra priorità deve essere la salvaguardia di ogni metro quadrato di territorio per far rivivere nei giovani, attraverso l’agricoltura, il turismo, la tutela ambientale  lo spirito  e la cultura veneta”.

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