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Quando nascono una mamma e un papà: il sostegno attraverso l’home visiting

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Proponiamo ai nostri lettori questo bell’intervento sull’home visiting e il sostegno ai neo-genitori scritto da Cristina Covre, Elena Speziale e Luana Panichi, psicologhe e operatrici della nascita.
La nascita di un figlio è un evento unico e straordinario. Con lui nascono anche una mamma e un papà: una fase di grande cambiamento degli equilibri precedenti che richiede un percorso di adattamento graduale e delicato, non privo di fatiche.
Il rientro a casa, momento atteso e sognato, è accompagnato da dubbi e interrogativi che solo allora possono manifestarsi, poiché riguardano l’unicità di quella situazione, di quel bambino, di quella mamma, di quella famiglia.
Sono tanti gli stimoli da elaborare che necessitano di spazi di riflessione e reclamano energie nuove. La storia della gravidanza, il parto come evento intenso che ancora deve essere compreso e raccontato, il corpo che continua a trasformarsi, la coppia che diventa famiglia, l’allattamento con tutte le novità che comporta e il neonato, bisognoso di cure e routine costanti che ancora deve essere conosciuto nel suo personale modo di esprimere i propri bisogni. Tutto questo mobilita incertezza.
Un’incertezza, il più delle volte fisiologica,che serve a mettere in azione tutte le risorse emotive necessarie sia ad affrontare queste novità, di solito accompagnate da uno schiacciante senso di responsabilità, sia a scoprire le straordinarie capacità del neonato.
In ogni luogo e in ogni cultura le madri hanno sempre ricevuto una forma di supporto dalla comunità nei primi momenti di vita con il proprio bambino. Questo sostegno consentiva loro di dedicarsi al nuovo impegno con maggior agio. Permetteva di iniziare a esplorare il nuovo ruolo genitoriale con più tranquillità, di trasmettere coraggio rispetto all’acquisizione delle nuove competenze e di condividere tutti gli aspetti di fragilità e di sofferenza che, accanto alle gioie, sorgono inevitabilmente nell’affrontare i primi mesi di vita di un figlio.
In Italia però, questa fondamentale funzione sociale si è via via indebolita in seguito alle trasformazioni delle famiglie e alle carenze dei servizi di supporto.
Nello stesso tempo ha iniziato a strutturarsi un servizio con l’obiettivo di offrire un aiuto a domicilio durante le prime settimane o comunque durante i primi mesi dopo il parto, realizzato sia dalle ASL (ospedali, consultori familiari) sia da associazioni del privato sociale. I consultori familiari, per esempio, come previsto dal Progetto Obiettivo Materno Infantile in alcune realtà riescono a offrire un primissimo sostegno a domicilio alle neo-mamme, a volte con l’apporto di progetti finanziati del privato sociale. Negli ultimi anni, infatti, sta aumentando la consapevolezza, anche da parte di alcune istituzioni, dell’importanza di intervenire precocemente a sostegno delle nuove famiglie, con l’obiettivo di accoglierle, sostenerle e prevenire possibili situazioni di difficoltà.
Ma cos’è l’home visiting? E’ un sostegno che accompagna le madri e le coppie, con la professionalità specifica di operatrici(psicologhe, ostetriche, educatrici) formate ad hoc per offrire ascolto, condivisione e aiuto proprio nel periodo più delicato e difficile per i neo-genitori.
È un intervento a sostegno della genitorialità che può declinarsi a seconda dei bisogni di quel particolare nucleo familiare con l’obiettivo di favorire la fiducia della madre nelle sue capacità di accudimento del neonato, attraverso un sostengo emotivo attento, discreto e sensibile sia ai bisogni del neonato che a quelli della madre e della nuova famiglia.
E’ proprio “l’andare a domicilio” che caratterizza questo tipo di supporto che non potrebbe realizzarsi in nessun altro luogo. È a casa che i genitori si trovano ad affrontare tutte le novità, accolgono il nuovo nato, vivono l’intimità di questo periodo così speciale.
Andando a domicilio si riconosce alla mamma e al papà l’importanza sociale di questo nuovo compito, che li vede protagonisti. Condividere preoccupazioni e ansie, novità e traguardi, consente ai genitori di non sentirsi soli nella costruzione di questo nuovo equilibrio.
Lì, in quel luogo, l’operatrice può osservare l’allattamento nel momento in cui avviene, aiutando la mamma a trovare le posizioni più comode, i propri tempi e ritmi di poppata e, se necessario, le soluzioni a eventuali problemi quali ragadi, ingorghi, mastiti anche attraverso il contatto con i servizi socio-sanitari che offre il territorio.
Tutto questo con la consapevolezza che non esiste un modo giusto o sbagliato di essere genitori, ogni madre e ogni padre ha la propria storia e le proprie risorse, che vanno comprese, valorizzate e sostenute.
L’home visiting è anche altro. Se necessario viene offerto un supporto concreto: la possibilità di consentire alla mamma momenti di riposo e cura di sé o un aiuto nelle pratiche di cura del neonato (cambio del pannolino, pulizia del cordone ombelicale, primo bagnetto, posizioni per il sonno…). Si possono affiancare le mamme nell’utilizzo della fascia o nello sperimentare sequenze di baby massage.
Inoltre, un aspetto fondamentale che caratterizza l’intervento dell’operatrice domiciliare è la sua funzione di ponte con i servizi afferenti all’area materno-infantile che possono rappresentare un importante punto di riferimento: il consultorio familiare, il pediatra di libera scelta, il centro vaccinale, ma anche la biblioteca comunale o il Centro famiglia dove si organizzano gruppi tra genitori che stanno vivendo le medesime scoperte e difficoltà. I genitori vengono informati circa l’esistenza e l’utilità di questi servizi e in alcuni casi la mamma viene anche accompagnata,soprattutto se sola o alle primissime uscite, con l’obiettivo di facilitare la costruzione di un’efficace rete di appoggio in grado di superare l’isolamento e la solitudine che spesso accompagna i primi periodi dopo la nascita del bambino.
Le mamme che hanno fatto esperienza di questo servizio ci aiutano a cogliere “da dentro” il senso di questo intervento:
E poi scopro di essere mamma. Con le mie ansie, con mille dubbi e perplessità. Penso che una telefonata mi possa aiutare, chiamo subito e la mia richiesta viene accolta senza esitazioni. Dopo un paio di giorni l’incontro con E. Le apro la porta di casa, l’invito a entrare. Fuori c’è una tempesta di vento, dentro di me pure. Iniziamo a conoscerci e poi l’aiuto fondamentale per me e per mia figlia. Oggi il suo sostegno mi accompagna per tutto il percorso di crescita della mia piccola e di me, mamma. Non sento più il vento forte”.
“Avere un figlio sai che ti cambia la vita. Non dormi più, vivi per loro… Io mi sentivo inesperta, ognuno mi dava consigli, chi ti dice una cosa chi te ne dice un’altra… una gran confusione e ansia. Ecco la cosa che mi ha aiutato è che F. mi ha dato più sicurezza in me, mi sono sentita man mano più sicura delle mie capacità di capire cosa voleva mio figlio. Mi sono sentita compresa, perché se sta bene la mamma sta bene anche il bambino”
Una presenza non invasiva, un tocco, una parola…veniva in punta di piedi, con discrezione…con il suo aiuto ho imparato a fare da sola

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