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Stili educativi consapevoli: la lezione di Sara

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Lei si chiama Sara Baistrocchi e propone ai genitori lezioni ed esempi di quelli che chiama “stili educativi consapevoli”, con l’uso della creatività e delle tecniche artistiche. Qui ci spiega la ricchezza del suo lavoro e l’efficacia del suo approccio. Buona lettura.
Sara Baistrocchi è esperta in processi creativi, tecniche artistiche e artigianato nei contesti formativi, progetta e conduce da anni percorsi improntati all’educazione del pensiero creativo progettuale, promuovendo lo sviluppo di stili educativi consapevoli attraverso l’arte moderna e contemporanea. Mamma e moglie, vive con la sua famiglia in Cornovaglia. 
“Parlare in poche righe di cosa significa promuoverestili educativi consapevolied utilizzare la creatività per farlo è estremamente difficile” dice Sara. “Proverò soprattutto a instillare un pò di curiosità ed interesse rispetto a questo discorso, in modo tale che ognuno poi possa approfondire la cosa leggendo e documentandosi ulteriormente. Utilizzo da anni nel mio approccio educativo la creatività come strumento principe nel processo di crescita e sviluppo. Ciò significa proporre percorsi formativi, sia per bambini, adolescenti o adulti (e quindi spesso anche genitori), incentrati sull’agire artistico e sull’esplorazione creativa. Sono sempre stata ispirata in questo senso sia dall’approccio di Reggio Children che dal lavoro di un grande maestro: Bruno Munari. Munari davanti a un oggetto era solito chiedere: che cos’è? E subito dopo aggiungere: che cos’altro può essere? L’utilizzo della creatività in educazione non fa riferimento solo ed unicamente alla sperimentazione artistica. Sarebbe alquanto semplicistico. Assumere un atteggiamento creativo significa essere in grado di affrontare l’inatteso in modo originale, essere flessibili e capaci di cambiare continuamente punti di vista, rileggendo i fenomeni ogni volta da prospettive inedite e creando relazioni tra realtà apparentemente aliene tra loro”.
“Tutto ciò – prosegue Sara – si rivela estremamente utile nel lavoro genitoriale ed aiuta anche a sviluppare un livello di consapevolezza profonda. Essere  genitori  è  senza  dubbio  la  cosa  più  difficile  che  esista.  Ma  anche  la  più  interessante, stimolante  e  misteriosa  avventura  che  si  possa  sperare  di  vivere;  la  cosa  buffa  è  che  non  c’è esperienza più utile per crescere ed evolversi che aiutare gli altri a farlo. Avere  un  figlio  ed  essere  genitore  presuppone  (e  permette,  allo  stesso  tempo!)  di  mettersi continuamente in discussione, riflettere sulle proprie scelte, sui propri valori, su ciò in cui si crede. Essere genitore non significa avere sempre tutte le risposte. Essere genitore (ed educatore) significa avere sempre nuove domande e saperle accogliere con spirito propositivo, come sfide, occasioni per mettersi e rimettersi costantemente in discussione e in gioco, affrontare l’imprevisto e l’inatteso sapendo di non poterlo controllare a priori. Esseregenitori consapevolisignifica quindi avere un atteggiamento creativo (e quindi flessibile ed aperto al tentativo ed all’errore) all’educazione dei propri figli, cercando di trovare relazioni inaspettate tra fenomeni, creando soluzioni inconsuete ai problemi che quotidianamente siamo chiamati ad affrontare.
A questo punto entra in gioco l’arte. Il  lavoro  artistico  s’intreccia  in  modo  esemplare  con  l’attività  educativa  e  offre  occasioni  di riflessione e messa in discussione delle proprie convinzioni e dei propri punti di vista. La sperimentazione artistica e creativa deve essere considerata come uno strumento, un’occasione divertente e appassionante da vivere insieme ai nostri figli e al nostro partner per allenare e sviluppare un particolare atteggiamento nei confronti della crescita, dell’educazione e in generale della vita.
Mi piace pensare all’educazione come un processo in cui agiamo per essere (o per aiutare altri ad essere) costantemente protagonisti della nostra vita, attori consapevoli e responsabili delle nostre scelte”.
“Nella mia esperienza ho lavorato con moltissimi genitori, supportandoli nel percorso di scoperta e creazione del proprio essereprotagonisti consapevolidel loro ruolo genitoriale. Ne è nato un libro, “Genitori fatti ad arte”. Raccontando, attraverso oggetti, immagini e parole, impariamo ogni giorno qualcosa in più di noi, ci occupiamo  e  prendiamo  cura  dell’altro  e  di  noi  stessi,  diventando  collezionisti  della  nostra  vita. Partendo da opere d’arte moderna e contemporanea ed attraverso suggerimenti di attività pratiche di esplorazione creativa, invito i futuri genitori a riflettere su cosa significa per loro “educazione”, cosa presuppone, come vediamo il nostro bambino, in che modo vorremmo sostenerlo nel suo sviluppo”. 

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