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Ciao Devis. Il saluto a un amico che se n’è andato

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Francesca Guidotti, ex presidente della RIVE – Rete Italiana dei Villaggi Ecologici – e fondatrice del progetto di ecovillaggio “La Torre di Mezzo” ricorda l’amico Devis Rizzi, venuto a mancare nella notte fra il 10 e l’11 novembre. Abile artigiano, mastro muratore, ma soprattutto animo tenace e gentile, Devis ha lasciato con le sue mani e con la sua presenza un segno profondo in numerose realtà comunitarie e non solo.
Ciao Devis. Il saluto a un amico che se n’è andato
Quando arrivava lo “zio” Devis, sapevi che era festa. Potevi mettere via tutte le arrabbiature, rancori e tristezze per fare spazio a racconti, ironia e leggerezza.
Prima di lui, arrivava la sua grassa e sonora risata. Ogni buon proposito di cibo sano, biologico e salutista cedeva di colpo al glorioso e festoso arrivo di Devis, fornito di gioia e di prosecco, vino, patatine e arachidi. Quando arrivava lo zio Devis, la festa poteva avere inizio.
Se avevi bisogno di aiuto, se passava in zona, se c’era una ricorrenza da celebrare o semplicemente se non lo vedevi da un po’ di tempo, sapevi che ad un certo punto sarebbe comparso. Non era dato sapere quando sarebbe arrivato e quando sarebbe ripartito. Ma stai certo, arrivava. Citando Gandalf nel Signore degli Anelli, Devis faceva come i maghi che “arrivano esattamente quando intendono farlo”, eccetto quando il navigatore lo portava fuori strada.
La sua voglia di celebrare, amare la vita e la semplicità dello stare insieme portava una qualità speciale ovunque si trovasse e da buon godereccio, anche nei luoghi più selvatici e spartani, trovava sempre qualche semplice ma gustoso ingrediente – e non solo alimentare – per fare qualcosa di buono e di dolce. Spesso dopo cena mi guardava e ammiccando diceva: ”mettiam sù un dolcino?”
Devis Rizzi è venuto a mancare la notte tra il 10 e l’11 novembre 2020.
Benvoluto ovunque andasse per la sua capacità relazionale, per la delicata presenza, per la deliberata scelta di non giudicare la vita altrui, ha lasciato in modo totalmente inaspettato la compagna Alessandra, la famiglia e tutta la “grande famiglia” sparsa per l’Italia. Se n’è andato via a suo modo, discretamente, zitto zitto, senza disturbare nessuno, come hanno notato molti. Dopo una bella cena trascorsa con un caro amico mangiando, ridendo e cantando, si sono augurati la buona notte con un abbraccio, come era suo solito fare e poi, nulla più.
Devis era di origine lombarda ma di indole nomade. Quasi tutti gli ecovillaggi hanno impresse le sue mani da qualche parte. Abile artigiano, mastro muratore, uno di quelli che se non sai come fare una cosa si mette seduto, fa’ un disegnino e qualche ora dopo è tutto a posto e magari, tu hai anche imparato qualcosa per la prossima volta. Conosciuto nel mondo dei cantieri di autocostruzione di case in terra-paglia e volto noto nel mondo della Permacultura, era un uomo umile, che non faceva sfarzo delle proprie abilità anche se esprimeva chiaramente il suo pensiero sulle cose. Continuava a seguire i corsi quando, spesso, avrebbe potuto essere lui stesso il docente. Ma no, doveva ancora imparare, diceva.
La rete degli ecovillaggi, RIVE, ha perso uno dei suoi fratelli maggiori.
Con la sua esperienza, conoscenza delle comunità e spirito amorevolmente provocatorio ha arricchito tanto le discussioni dentro e fuori l’assemblea. Grazie a lui è stato possibile realizzare molti dei raduni estivi. Non ha mai scelto di vivere in comunità. Per un po’ di tempo, questo generava in me rabbia. Non capivo: era sempre in mezzo alla gente, aiutava tutti gli ecovillaggi, vi abitava per mesi e anni interi, voleva bene a tutti, tutti lo avrebbero accolto come comunardo. Ma col tempo, ho imparato grazie a lui a vedere che ci può essere un modo diverso di fare e sentirsi comunità. Ho accolto la sua irrequietezza, il bisogno di libertà e imparato a non proiettare aspettative sugli altri. E a godere della fratellanza e sorellanza a prescindere dalle singole scelte di vita, dal fatto di condividere o meno la quotidianità o un progetto. “Io sono già con te” mi diceva.
“Può darsi”, “vediamo”, “non lo so” erano le sue caratteristiche parole. Un’indeterminatezza che spesso mi ha fatto vacillare. Lasciava appesa e “mandava nei pazzi” la donna organizzata che c’è in me. Eppure gli sono sempre stata grata per avermi insegnato a stare in presenza in quello che c’è, la libertà che sta nella flessibilità e il raccogliere le offerte della vita così come arrivano. Ma sopratutto mi ha abituato ad abbandonarmi all’impermanenza delle cose e che ogni cosa è possibile, è già qui, basta non pretendere che sia fatta esattamente come dico io.
Queste poche righe non rendono pienamente onore alla persona che è stata e che continuerà a vivere in ognun@ di noi. Ma è uno dei modi per ringraziarlo pubblicamente per tutto l’amore che ha portato in questa vita. Per il coraggio, l’umiltà e l’allegria. E sopratutto quest’ultima avrebbe voluto, diceva, alla sua partenza da questa terra. Non voleva ci fossero volti tristi ma festa e fuoco e balli e canti. Chi può farlo lo faccia, ne sarà contento. E quando potremo rivederci tutti dal vivo, faremo una grande festa in suo onore, rispettando la sua volontà. Sono sicura che dal luogo in cui sarà, ci guarderà ed esclamerà: “Uacca boia, che bella storia! Vi amo tutti”. Grazie Devis, buon viaggio.

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