Il convegno ha il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole e della Regione Toscana.
«L’iniziativa vuole sviluppare una dimensione culturale innovativa della ricerca biofisica – spiega il professor Paolo Manzelli, presidente di Egocrea.Net – in relazione all’importanza della debole emissione spontanea e coerente di quanti di luce che caratterizza la comunicazione cellulare di tutti i sistemi viventi. La comunicazione di biofotoni è un’area di frontiera transdisciplinare, che riguarda l’ampiezza di effetti non termici di campi elettromagnetici quantistici sui sistemi biologici, oggi ha un ampio impatto in applicazioni innovative nelle discipline della biologia, agricoltura, farmacologia e medicina, nonchè nelle scienze ambientali e tecnologie alimentari».
«I biofotoni come quanti di luce sono emessi spontaneamente nello spettro UV e Visibile ( 200-800 nm) da tutti gli esseri viventi come comunicazione di informazione orientata al fine di armonizzare il metabolismo cellulare e renderlo efficiente in chiave di prevenzione del benessere e della salute – prosegue Manzelli – I biofotoni generati dal DNA possono interagire a distanza con ormoni, gli enzimi e le trasformazioni cellulari rendendole funzionali in relazione ad un codice primo trasmesso per contatto dai RNA ,ma anche da segnali di informazione biofotonica che vengono convertiti in impulsi i quali indirizzano le varie funzionalità biologiche che sono a fondamento dei processi vitali. I biofotoni nelle piante, a seguito dell’esposizione al sole per la fotosintesi, agiscono attivamente per coordinare la germinazione di semi, sviluppo delle radici, crescita di fiori e foglie, e altre cellule funzionali. Pertanto la stimolazione della rete di biofotoni è ritenuta importante in integrazione con l’informazione epigenetica, al fine di migliorare la efficienza della produzione agricola la nutrizione animale e la salute dell’ uomo».
Il convegno del 28 settembre «attiverà un aperto confronto transdisciplinare tra scienziati, agronomi, medici ed imprenditori e giornalisti interessati a promuovere le conoscenze più avanzate del settore della ricerca di frontiera».
«I biofotoni sono sperimentalmente una certezza ben nota fin dal 1923 – prosegue Manzelli – ma ancora oggi la maggior parte degli scienziati non è pronta a riconoscerli perché vive in un quadro di idee riduzioniste e meccaniciste, lineari nel tempo, che non fanno capire la realtà e le prospettive di evoluzione della conoscenza contemporanea. La fisica quantistica dei biofotoni fornisce la possibilità di superare questa illogica incompatibilità tra conoscenze diverse, molto utili sia in agricoltura che in medicina così come in altri settori, proprio al fine realizzare una più profonda consapevolezza di cosa sia la vita e quindi il benessere e la salute di ogni essere vivente».
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