Giovedì 22 Marzo alle 20.30 Serge Latouche sarà al Cinema Odeon di Firenze per una Lectio Magistralis dal titolo “Felicità e decrescita: dal PIL al buen vivir”. Il maggiore teorico internazionale della Decrescita felice e conviviale, professore emerito in Scienze economiche all’Università di Paris-Sud (Orsay) e all’Institut d’études du devoloppement économique et social (Iedes) di Parigi ed è tra gli animatori de “La Revue du Mauss”, Movimento anti-utilitarista nelle scienze sociali, rivista di economia, antropologia, sociologia e filosofia politica. Tra le sue opere, tradotte in italiano per Bollati Boringhieri: L’occidentalizzazione del mondo (1992), Il pianeta dei naufraghi (1993), La megamacchina (1995), L’altra Africa. Tra dono e mercato (1997), La sfida di Minerva (2000), Giustizia senza limiti (2003), Il ritorno dell’’etnocentrismo (2003), Come sopravvivere allo sviluppo (2005), Breve trattato sulla decrescita serena (2008), L’invenzione dell’economia (2010), Come si esce dalla società dei consumi. Corsi e percorsi della decrescita (2011), Per un’abbondanza frugale. Malintesi e controversie sulla decrescita (2012). Usa e getta. Le follie dell’obsolescenza programmata (2013), La decrescita prima della decrescita. Precursori e compagni di strada (2016). “Considerare il Pil come metro di benessere non ha senso – sostiene Latouche – Esso è funzionale solo a logica capitalista, l’ossessione della misura fa parte dell’economicizzazione. Il nostro obiettivo deve essere vivere bene, non avere di più”.
A seguire: il film BHUTAN: FELICITA’ INTERNA LORDAdi Marie-Monique Robin (Francia, 60′ – Versione italiana). E’ da un piccolo stato della catena dell’Himalaya che parte la rivoluzione contro la dittatura del Prodotto Interno Lordo (PIL) e della crescita economica a ogni costo. Quattro anni fa il regno del Bhutan ha infatti deciso di sostituire il PIL con il FIL, ovvero l’indice di Felicità Interna Lorda. Quattro i criteri principali per misurare il benessere della popolazione: la tutela dell’ambiente, la conservazione della cultura locale, il buon governo e uno sviluppo economico responsabile e durevole. Ma tra gli indicatori figurano anche la ricchezza dei rapporti sociali, l’istruzione e la salute dei cittadini. Tra i sostenitori più convinti di questa svolta radicale figura niente di meno che il Dalai Lama: “A livello nazionale e mondiale – ha dichiarato – abbiamo bisogno di un sistema economico che ci aiuti a perseguire la vera felicità. Il fine dello sviluppo economico dovrebbe essere quello di facilitare e non di ostacolare il raggiungimento della felicità”. Il Bhutan sembra essere sulla buona strada: il nuovo criterio che guida la definizione della politica di sviluppo del Paese ha portato alla riconversione dell’agricoltura (100% bio nel 2020), all’introduzione del sistema sanitario gratuito per tutti e alla promozione delle energia rinnovabili. Se tutto quanto messo in opera sino ad ora grazie al FIL concorre a ridisegnare il futuro del piccolo regno, non costituisce forse anche un messaggio di speranza per quello del mondo?
Biglietto (Lectio Magistralis + film): 7 € (ridotto 5 € per abbonati Odeon, studenti eabbonati Terra Nuova)
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